CASTIGLIONE – Imprenditore (con il fratello Luigi fondò la Calze 2M) e da mezzo secolo almeno fotografo per passione, Roberto Marchetti, a quasi 90 anni, è una delle memorie storiche di Castiglione. E non può che essere nitido anche il suo ricordo della nevicata del 1985 nella cittadina aloisiana. “Tutto cominiciò in una nuvolosa domenica, quella del 13 gennaio: ricordo che portai i bambini a mangiare in una pizzeria di Carpenedolo, allo Spigolo – racconta -. Alle 20 iniziò a piovere intensamente, dopo un'ora le precipitazioni diventarono nevose. Lì per lì non mi preoccupai, perché dapprima sembrava pioggia mista a neve, ma durante il tragitto del ritorno, di soli 5 km, era già tutto imbiancato. Nevicò tutta la notte e durò fino al mercoledì mattina. In giardino avevo una fila di pini marittimi, e il martedì andammo a liberarli dalla neve, perché i rami si stavano spezzando".
"Misurai l'altezza della neve davanti casa: era arrivata a un metro - aggiunge -. Poi restammo anche senza elettricità, perché si era rotto un traliccio nel Basso Mantovano, né riscaldamento, fino al venerdì. Ricordo poi che andammo sul capannone con gli operai a liberare il tetto dalla neve, per fortuna non ci furono problemi perché il nostro era costruito a regola d'arte, ma un capannone a Grole ebbe danni seri”. “Di quei giorni – prosegue Marchetti – non dimenticherò mai il freddo pungente, si arrivò a -15, e la fatica per liberare il vialetto e la strada di fronte a casa: tutti i castiglionesi si armarono di pala per poter quantomeno muoversi. Venne sparso tanto di quel sale sulle strade, che imbiancò completamente anche l'asfalto”.
In quei giorni “Click” (così Marchetti è conosciuto come fotografo sportivo del Castiglione Calcio e degli eventi nella città aloisiana) partecipò anche ad un funerale, come è documentato dalle immagini: “Una funzione che venne officiata non senza difficoltà: pure il camposanto era sommerso dalla neve, tanto che i parenti dei defunti andavano a liberare le tombe dalla coltre bianca”.