MANTOVA - Nel corso del 2023, l'ultimo anno di cui si hanno attualmente i dati complessivi, le interdittive antimafia sul territorio mantovano destinate ad attività commerciali sono state 15, contro le 4 registrate l'anno precedente. Una cifra più che triplicata e che fotografa al meglio la situazione relativa alla presenza della mafia in una provincia che fino a non molti anni fa si riteneva esente dal fenomeno.
Che non sia più così è cosa tristemente nota, ma i dati contenuti nella relazione dell'Osservatorio permanente sulla legalità presentato nel tardo pomeriggio odierno dall'assessore alla Legalità del Comune di Mantova Alessandra Riccadonna fotografano un'evoluzione netta del fenomeno mafioso in provincia. "Il Mantovano è un terreno fertile per le mafie - ha detto Riccadonna - sia per la posizione geografica, sia per la ricchezza di base. Qui il fenomeno assume modalità più affaristiche che violente".
Guardando ancora più attentamente ai dati, si scopre che dei 102 beni confiscati 53 si trovano nel Comune di Curtatone: più della metà del totale e afferenti ad alcune aziende edili. Al secondo posto di questa poco invidiabile classifica c'è Suzzara con 20 beni confiscati.
La relazione contiene molti altri dati, comunque non meno degni di nota. Il fenomeno del caporalato e delle cosiddette "agromafie", ad esempio, appare decisamente presente sul territorio provinciale, soprattutto in ambiti quali la raccolta dei meloni e il traffico di rifiuti. In crescita anche il gioco d'azzardo e online, con due locali situati nel Comune di Mantova che erano stati sanzionati per aver tenuto accese le macchinette oltre l'orario limite stabilito dall'Ente locale.