GOITO - Sono in corso le indagini da parte dei carabinieri forestali, per identificare i responsabili dell'abbattimento di un "Ibis Eremita" uccello di grandi dimensioni, nei pressi di Goito. Si tratta di un volatile di grandi dimensioni dal piumaggio nero, appartenente all'ordine dei pellicani e praticamente estinto in Europa, da non confondere con l'Ibis Sacro che invece ha un piumaggio bianco e nero.
Il ritrovamento è stato possibile grazie alla segnalazione dell'associazione ambientalista austriaca "Waldtrappteam conservation & research", impegnata a reintrodurre in natura questa specie. E' stata proprio l'associazione a segnalare che l'esemplare, monitorato con GPS, probabilmente era morto. I militari infatti hanno recuperato il corpo senza vita dell'animale in località Vasto: grazie al supporto di una clinica veterinaria si è scoperto che l'uccello è stato abbattuto con un colpo di arma da fuoco. L'animale è stato poi trasferito all'istituto zooprofilattico di Ats Valpadana per nuove analisi.
L’aspetto emozionante della vicenda del nostro Ibis e del Progetto internazionale che ne sta promuovendo la reintroduzione è che gli Ibis eremiti, ridotti a poche decine di esemplari in tutto il mondo con solo poche coppie riproduttive ubicate in alcuni giardini zoologici europei, sono stati allevati a partire dai pulcini nati da tali coppie, sono stati abituati a riconoscere come “genitori” alcuni giovani ricercatori naturalisti del progetto, i quali, dopo i mesi di allevamento portato avanti in ambienti a loro famigliari, giunti al momento della migrazione, li hanno abituati a migrare seguendo i deltaplani a motore condotti dai ricercatori stessi, partendo dall’ Austria ed accompagnandoli in volo fino ai luoghi di svernamento storici per l’ Ibis eremita, che in Italia sono, tra gli altri, le Lagune di Orbetello. Dopo alterne vicende, fatte anche di insuccessi e delusioni, i primi Ibis hanno dapprima imparato a migrare seguendo i deltaplani, e poi hanno imparato a farlo da soli, portandosi dietro i giovani nel frattempo nati.
Un progetto eccezionale per complessità ed ambizione, che continua, ma che purtroppo vede anche una perdita costante di animali sia per cause naturali che, purtroppo, per l’opera sconsiderata dell’uomo, al punto che in Italia le perdite per bracconaggio superano il 30%, concentrate sulle pianure lombarde della bassa bresciana e del basso veneto, oltre che in Toscana. La perdita ecologica è enorme, se si pensa che la popolazione selvatica mondiale attuale, che è poi tutta europea, è di solo 250 individui.
La specialità forestale dell’Arma dei Carabinieri, grazie alla presenza capillare sul territorio tramite i suoi Nuclei, è da sempre impegnata nella protezione della fauna selvatica europea così come delle specie animali rare o minacciate, sia attraverso i propri Reparti territoriali che attraverso i Nuclei specialistici come i Nuclei CITES o il Nucleo operativo centrale denominato SOARDA. Lupi, orsi, ibis, gipeti, avvoltoi monaco, grifoni sono solo alcune delle specie particolarmente protette oggetto di monitoraggio continuo da parte dei Carabinieri forestali di tutt’ Italia, non solo attraverso il contrasto al bracconaggio ma anche attraverso la partecipazione a Progetti di respiro internazionale come i progetti europei LIFE in partenariato con le istituzioni nazionali, come il Ministero dell’Ambiente, o quelle locali, come le Regioni.