Cronaca - 28 gennaio 2025, 17:34

A Viadana si riaccende la protesta contro il nucleare

Venerdì prossimo si terrà un incontro promosso da comitati e dalle associazioni ambientaliste

VIADANA - Chi non è più giovanissimo ricorderà bene i movimenti antinucleare a Viadana con le proteste che, a più riprese, durarono un decennio ma che ebbero il loro apice nel 1983 quando, dopo due settimane di blocchi, il 20 ottobre, su iniziativa del Pretore Scappellato nove cittadini viadanesi  vennero arrestati dai carabinieri: loro si chiamavano Leida Avigni, Paolo Bergamaschi, Carla Bonato, Gaetano Carnevali, Ettore Masseroni, Agostino Soliani, Angelo Mario Boni, Amedeo Grazzi e Ferdinando Massari. Altre  45 persone vennero poi raggiunte da comunicazioni giudiziarie. 
Insieme a loro, nei giorni precedenti, centinaia di manifestanti provenienti da tutta Italia  avevano impedito in modo pacifico a Torre d'Oglio e a Bellaguarda ) l’accesso ai fondi delle trivelle Enel che dovevano iniziare i sondaggi per l'eventuale costruzione di una centrale nucleare sul fiume Po, dopo quella di Caorso. 
Anche oggi a Viadana si torna a parlare di movimento antinucleare con i comitati e le associazioni ambientaliste mantovane e cremonesi che organizzano per venerdì 31 gennaio (ore 20,45 Sala
della Merdiana via Ospedale Vecchio 10) un incontro contro il 'nucleare di quarta generazione'  e per riorganizzare "anche nei nostri territori la resistenza all'annunciata  decisione del governo di riaprire nuovamente al nucleare nel nostro Paese".

"La serata di Viadana è la seconda iniziativa promossa dai comitati e dalle associazioni ambientaliste mantovane e cremonesi, dopo quella di Cremona del mese scorso, di una campagna di informazione sul tema di questo inganno chiamato nucleare di quarta generazione e per riorganizzare anche nei nostri territori la resistenza all'annunciata  decisione del governo di riaprire nuovamente al nucleare nel nostro paese. Le Centrali Nucleari di Quarta Generazione non esistono ancora. Invece è quasi pronta una Legge per imporci mini centrali nucleari di terza generazione, molto costose e pericolose come le grandi, con gestione delle scorie radioattive e sistemi di controllo della sicurezza sottratti alle Comunità locali che le ospiteranno. Necessiteranno come le precedenti di molta acqua per il ciclo di raffreddamento e per questo i territori del Po, dove esistono anche aziende particolarmente energivore, saranno nuovamente destinati ad ospitarle. Le bugie nucleari hanno le gambe corte e ci portano fuori strada ma godono di protezioni potenti" spiegano gli organizzatori dell'incontro. 

"Nell’intero Paese, però, è già in atto la ripresa del movimento antinucleare e in molte regioni già attive reti di comitati ambientalisti che, in sinergia con le forze sociali e politiche, propongono
 l’adeguato sviluppo delle energie rinnovabili in alternativa all’uso dell’energia nucleare, per garantire l’autosufficienza energetica al nostro Paese. Del resto anche nella relazione ambientale alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano Nazionale Integrato per l'Energia e per il Clima, si afferma che “la letteratura scientifica internazionale è concorde nell’affermare  che un sistema elettrico interamente basato su fonti rinnovabili è possibile”. Per questo la transizione ecologica giusta e democratica è possibile se si mobilitano territori e comunità locali che si richiamano al rigore e all'indipendenza della scienza, si battono per la tutela dei diritti di tutti e per un nuovo modello di sviluppo libero dal nucleare. Durante la serata, nell’ambito della campagna “Per un Po libero dal nucleare” verrà proposta la creazione anche nel nostro territorio del 'Comitato SÌ alle energie rinnovabili, NO al nucleare'" concludono i promotori della serata.