Cronaca 04 febbraio 2025, 15:45

Violenze e minacce agli agricoltori per far passare le sue greggi nei campi: arrestato il pastore che terrorizzava la Bassa

Operazione dei carabinieri: l'uomo, che lanciava messaggi in chiave mafiosa, è anche accusato di sfruttamento della manodopera. Altri cinque denunciati

MANTOVA - "Sono di Camporeale, vicino Corleone" era la frase non priva di intenti intimidatori con cui si era presentato agli imprenditori agricoli della Bassa Mantovana, dove nel corso degli ultimi anni aveva invaso interi terreni in una zona compresa tra San Benedetto Po, Suzzara e Motteggiana, con le sue greggi di migliaia di pecore, danneggiando i raccolti e causando danni economici e ambientali, il tutto utilizzando minacce ed estorsioni nei confronti di agricoltori mantovani. Inoltre, secondo gli inquirenti, sfruttava e maltrattava la manodopera alle sue dipendenze. Questa mattina, al termine di una vasta operazione condotta dai carabinieri della Compagnia di Mantova e dopo due anni di indagini, il pastore 49enne originario del Palermitano e residente a Brescello è stato arrestato con l'accusa di estorsione aggravata, sfruttamento di manodopera e distruzione dei raccolti agricoli.

L'uomo, con l’aiuto di un fidato collaboratore romeno, per diverso tempo aveva invaso vari terreni agricoli della Bassa. Le incursioni avvenivano a fronte di minacce e violenze nei confronti degli imprenditori agricoli locali, creando un clima di paura e sottomissione. Secondo le indagini, l’uomo avrebbe approfittato della situazione, facendo pascolare gli animali sui terreni senza alcun costo per sé, e aggravando la situazione con la diffusione di parassiti e batteri, con rischio di infezioni telluriche e di endoparassitosi. Le vittime, infatti, hanno riferito che le incursioni hanno comportato danni significativi alla qualità del suolo, come evidenziato dalle certificazioni di Ats Val Padana.  

L'indagine, condotta dalla Procura della Repubblica di Mantova, ha inoltre rivelato un gravissimo sfruttamento dei dipendenti del pastore, con orari di lavoro estenuanti (dall'alba al tramonto) e condizioni di vita disumane. Tre lavoratori, formalmente assunti, sarebbero stati costretti a vivere in una roulotte fatiscente e sottoposti a maltrattamenti, senza retribuzioni regolari e con alimenti insufficienti: per giorni potevano essere lasciati senza cibo, così come in altri casi il "budget" giornaliero messo a disposizione per il loro nutrimento era di massimo 2 euro a persona, e senza possibilità di poter scegliersi il cibo. Il Gip del Tribunale di Mantova ha definito la situazione “agghiacciante” nelle motivazioni che hanno portato all’arresto del pastore.

L’operazione, che ha visto anche il coinvolgimento dei carabinieri dei Comandi provinciali di Reggio Emilia e di Vercelli e con il supporto dei Gruppi Carabinieri Forestale di Mantova e Modena-Reggio Emilia, del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Mantova, dei Nuclei Cinofili dei Carabinieri di Orio al Serio e Bologna, nonché di un elicottero del 13° Nucleo dei Carabinieri di Forlì-Cesena, ha portato al sequestro preventivo dei beni dell’uomo, comprese le sue greggi, e a perquisizioni in diverse abitazioni di persone legate all'indagine tra la Bassa Reggiana, la Bassa Mantovana e Vercelli, accusate anche di traffico illecito di armi. Dopo le formalità di rito, il pastore è stato trasferito nel carcere di Mantova, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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