Mantova saluta il Festivaletteratura con Elizabeth Strout e le sue storie “comuni e straordinarie”

MANTOVA – Elizabeth Strout, importante protagonista della letteratura americana, conosciuta e molto apprezzata anche dal pubblico italiano, è tornata a Mantova al Festivaletteratura, chiudendo in bellezza i numerosi incontri di successo dell’edizione 2025. Sul palco con la scrittrice Laura Imai Messina e incalzata dalle sue domande, la Strout ha commentato il suo ultimo romanzo “Raccontami tutto”, dove ancora una volta narra la vita di persone comuni, intreccia sogni, speranze e storie che possono essere davvero quelle di tutti.
“Mi soffermo sulle piccole storie – racconta la Strout – su persone ‘comuni’, considerate ordinarie ma che sono in realtà straordinarie: ciascuno di noi lo è, ognuno ha una storia, l’importante è saperla ascoltare. L’ascolto è una grande forma d’amore”. La scrittrice, Premio Pulitzer nel 2009, descrive il variegato mondo di Crosby, una piccola cittadina del Maine immaginaria, ma reale tanto quanto migliaia di altri piccoli centri.
“Le persone sono uguali ovunque, a dispetto di quel che si pensa, io sono cresciuta in un piccolo paese e ora vivo a New York, ma credo che all’interno di ciascuno di noi ci sia qualcosa che ci rende simili, molto somiglianti”. Proprio in questa piccola cittadina si muovono, soffrono e gioiscono i personaggi scaturiti dalla sua penna che, nel suo ultimo romanzo, appaiono tutti, in una sorta di ‘reunion’ inaspettata e intrigante. Si incontrano di nuovo Lucy Barton, Olive Kitteridge, i fratelli Burgess, già protagonisti molto amati dei suoi romanzi e si dipanano nuove storie che fanno riflettere ed emozionare.
Ci si sofferma anche su episodi negativi, ma Strout afferma “Non mi interessa descrivere la cattiveria, voglio esplorare le motivazioni, scavare negli aspetti che spingono a causarla”. Non manca nemmeno un commento sull’età che avanza: “In questa fase della vita si considera sempre ciò che si è perso, dimenticando cosa può aspettarci ancora di bello e le gioie che arriveranno: tanto perdiamo, tanto guadagniamo”. Un punto di vista di matura consapevolezza che rende l’idea della serenità e della quieta atmosfera che percorre i suoi romanzi, apparentemente leggeri, ma densi di significati. “Scrivere è liberatorio per me, non potrei fare altro, soprattutto quando scrivo ho la libertà di non giudicare”. Questo fa intendere la sua grande capacità di raccontare la vita, vedere l’essenza delle persone, sottolineando le importanti connessioni tra di loro, l’ascolto e l’empatia.

Elisabetta Romano