Pil al palo e salari fermi: l’allarme del libro “Sveglia!” lanciato a Mantova

MANTOVA – Il Censis descrive da anni un’Italia ferma, quasi sonnambula, incapace di riconoscere i segnali del suo declino economico: cosa fare e quali scelte prendere? A questo tenta di rispondere il nuovo saggio di Pietro Senaldi, condirettore di «Libero», e Giorgio Merli, esperto internazionale di strategie d’impresa, dal titolo Sveglia!, che indaga sulle ragioni dell’impoverimento del Paese e su cosa si possa fare prima che sia troppo tardi.
“È un titolo provocatorio – afferma Senaldi – ma vuole sintetizzare il nostro messaggio: il Paese non cresce e bisogna aprire gli occhi, vogliamo scuotere un’Italia immobile”.
Il volume è stato presentato ieri alla Casa del Mantegna in un incontro organizzato da Fratelli d’Italia. Al tavolo dei relatori, accanto agli autori, erano presenti Francesco Ferrari, presidente di Confimi Apindustria Mantova, la senatrice Paola Mancini della Commissione Lavoro, il deputato Carlo Maccari, presidente della Commissione di vigilanza su Cassa Depositi e Prestiti, e Ivan Zaffanelli, segretario generale Cisl Asse del Po.

Merli, che ha affiancato negli anni imprese globali e contribuito allo sviluppo strategico di diversi Paesi europei e americani, ha richiamato l’attenzione su dati inequivocabili: “Dal 2000 il PIL reale italiano è cresciuto appena del 9%, contro il 30% della Francia e il 40% della Germania. Numeri che basterebbero a misurare la distanza tra percezione degli italiani e realtà. Il Paese è fermo e lo sono quindi anche i salari, proporzionali al Pil. Da tempo stiamo peggiorando sensibilmente: nel 2024 eravamo al 44esimo posto del Pil reale pro capite”.
Nel nostro Paese, secondo gli autori, non si creano nuovi modelli di business, a differenza di altre nazioni dove l’innovazione permette di retribuire meglio i lavoratori. La prosperità è solo apparente e nasconde un sistema produttivo stagnante e un debito pubblico altissimo. Senaldi ha inoltre sottolineato che è giunto il momento di agire: “L’Italia ora è vista con un occhio più benevolo, dopo che questo governo, nei primi due anni, ha dovuto legittimarsi e guadagnarsi la fiducia. Ora che c’è stabilità politica, è necessario fare scelte importanti, adottare nuove strategie industriali, investire in business mirati”.
L’intervento di Zaffanelli ha riportato al centro il tema dei salari: “La dignità del lavoratore è fondamentale. Purtroppo il lavoro sottopagato o ‘povero’ è molto diffuso in Italia: tanti contratti pirata, soprattutto negli appalti dove si gioca al ribasso, minano i diritti dei lavoratori. Per questo è necessario regolare le retribuzioni tramite la contrattazione e approvare una norma sul ‘salario dignitoso’”.
Anche Mantova risente della crisi. Ferrari ha evidenziato la contrazione del lavoro e delle commesse, con molti settori in difficoltà: “È importante orientare i giovani verso le attività del nostro territorio – ha dichiarato – e avvicinare le imprese al mondo della scuola per contrastare il pesante inverno demografico”.
Pure il peso del welfare è stato oggetto di confronto. Per Maccari, “il suo impatto sull’economia è oneroso in un Paese che invecchia: il nostro è un welfare di mantenimento, non di crescita, come avviene altrove”.
Mancini ha invece ricordato che l’Italia è uno Stato molto diverso da quelli con cui viene paragonata e ha parlato del ruolo delle PMI: “Le piccole imprese sono state la nostra fortuna, ma non basta se non si ragiona con una visione più ampia. Il salario minimo non è la panacea e non risolverà i grandi problemi macroeconomici. Il governo sta lavorando per mettere in campo strumenti adeguati”.
Oggi l’Italia paga un prezzo alto: i giovani, i talenti migliori, se ne vanno; i lavoratori, dai medici agli operai, sono più poveri dei colleghi stranieri; gli imprenditori non investono abbastanza in innovazione.
Il libro Sveglia! fotografa con una diagnosi rigorosa la reale condizione economica del Paese e sollecita interventi tempestivi e scelte coraggiose.

Elisabetta Romano