MANTOVA – La carenza di autisti è una delle principali criticità che sta affrontando il settore del trasporto pubblico locale in tutta Italia. Per rispondere concretamente a questa sfida, Apam Esercizio Spa ha lanciato una nuova Apam Academy, un percorso formativo che offre ai partecipanti la possibilità di conseguire la patente D e la Carta di Qualificazione del Conducente (CQC), aprendo la strada a un impiego stabile nel trasporto pubblico. Con l’Apam Academy, l’azienda mantovana sceglie di investire nelle persone per garantire il futuro del trasporto pubblico e offrire nuove opportunità di lavoro qualificato in un settore strategico per la mobilità sostenibile. Di tutto questo parliamo con Claudio Garatti, Amministratore delegato di Apam.
Da dove nasce l’idea di creare l’Apam Academy?
“Apam Academy nasce dall’esigenza di costruire un percorso positivo per cercare di recuperare ciò che il mercato non offre più. Ormai da tempo, per la precisione dal 2018, abbiamo qualche problema a reperire autisti; dal Covid in avanti ancora di più. Abbiamo cercato di capire quali fossero i percorsi per contenere questo tipo di problema e messo in atto delle formule con alcuni programmi di Academy. In questo modo selezioniamo personale senza esperienza alle spalle di autista, ma che abbia voglia di provare un posto di lavoro che dà occupazione sicura fino alla pensione, e senza concorrenza. Semestralmente si costituiscono gruppi di persone selezionate che vogliono cimentarsi con questo percorso che consiste nell’acquisizione della patente D e nel certificato di qualificazione CQC che permette di condurre gli autobus e trasportare le persone. Occorre l’idoneità fisica e ci sono da superare prove anche di tipo attitudinale. Poi comincia il lavoro di autista e l’inserimento nei turni”.
Quanto è grave oggi la carenza di autisti nel trasporto pubblico?
“Attualmente sono circa 25-30 le unità mancanti che riusciamo man mano a sostituire perché le Academy oggi stanno producendo autisti. La carenza di autisti la stiamo sopperendo anche con i subappalti. Ma non è un problema solo mantovano, è un problema che si è manifestato in tutta Italia negli ultimi anni e anche a livello europeo. Sono 8mila i posti mancanti a livello nazionale e 275mila a livello europeo. Inoltre, stiamo affrontando anche un passaggio generazionale, diversi nostri autisti stanno andando verso la pensione”.
Come si struttura il percorso formativo proposto dall’Academy?
“il processo formativo per Apam è un grande investimento sulle persone del territorio, ed è un percorso moderno di politica attiva: si parte dalla formazione e si arriva a professionalizzazione. Il percorso dura nove mesi per un totale di duecento ore tra autoscuola e aula. L’obiettivo è far capire fin dall’inizio qual è la professione dell’autista: una professione che fa leva sul servizio sociale e quindi su un’attività che viene proposta alla collettività, in favore degli altri. Inoltre c’è il rapporto con l’utenza, che oggi è particolarmente variegata. Bisogna avere capacità e professionalità anche in caso di rapporti critici: l’attività che viene proposta a chi è nel periodo di studio è di cimentarsi come verificatore di titolo di viaggio”.
“Ci si può candidare dai 24 anni in su. Si può trattare di persone senza esperienza o con poca esperienza lavorativa, oppure – ed è più del 50% di chi si candida – persone in età avanzata, vicino ai 50, che ritengono di voler cambiare attività lavorativa e mettersi in gioco. Non ci sono tantissimi giovani perché l’attività di autista non è considerata così attrattiva. In realtà si tratta di un lavoro quasi da libero professionista: se si è capaci di gestire i turni con buonsenso e sviluppare capacità di relazione in base a essi, si può fare. I momenti di riposo e di pausa non sono così banali”.
Che tipo di risposta avete ricevuto finora?
“Le risposte sono decisamente positive sia a livello numerico che di interesse riscontrato. Questa settimana abbiamo svolto due giornate di reclutamento e stanno per partire due Academy, una a Mantova e una nel Viadanese. Si parte sempre con molto entusiasmo. Questi gruppetti studiano e imparano in gruppo, e costituiscono una compagine che si sente appartenente a un servizio, e questa è la cosa più positiva. Anche quando diventano autisti, costituiscono un gruppo che continua a frequentarsi e sentirsi”.
In che modo l’Academy contribuisce al territorio?
“Crea occupazione, rafforza il legame con l’azienda e con la comunità. Un circolo virtuoso che abbraccia anche l’ente di somministrazione, le autoscuole, i legami che fanno crescere. Come Apam speriamo di poter continuare il livello di servizio che cerchiamo di mantenere”.
Un messaggio per chi sta valutando di candidarsi?
“La professione è solida, avere la patente di un autobus è un assegno circolare, purché si abbia voglia di fare questo mestiere. Non sono richiesti particolari background, va bene al 24enne senza lavoro, va bene all’insoddisfatto, e ti fa vivere in mezzo alla gente, non dietro una scrivania o in uno stabilimento. Entro primavera organizzeremo un’altra Academy: non possiamo fermarci, dobbiamo produrre un sistema continuativo nella ricerca di nuovi autisti. Cerchiamo non solo persone residenti a Mantova e dintorni, ma anche in provincia”.












