MANTOVA – Alessandro Cattelan farà tappa al Teatro Sociale di Mantova il prossimo 24 marzo con lo spettacolo “Benvenuti nell’AI”, che sta ottenendo sold out in tanti teatri italiani. L’appuntamento, organizzato da Mister Wolf, va ad arricchire ulteriormente il cartellone della stagione teatrale 2025-2026 del Massimo cittadino.
I biglietti della data mantovana saranno disponibili a partire dalle ore 12 di domani, mercoledì 3 dicembre, sul sito di Live Nation. Se al centro del primo tour teatrale, “Salutava Sempre”, Cattelan metteva in scena il proprio funerale per poter essere un uomo finalmente libero di dire quello che realmente pensava – “tanto sono già morto” – qui le riflessioni ironiche e disincantate sono quelle del presente di ogni giorno, partendo da una A.I. che si rivolge allo showman per compiere l’ultimo passo che la renderà perfetta: diventare completamente umana.
Dal primo approccio – la voce che al casello ci augura buon viaggio – all’attualità, dove la tecnologia è entrata nelle nostre vite: la approcciamo con diffidenza, ne riconosciamo le potenzialità, per poi utilizzarla per gli scopi più futili. Così, dopo aver avuto il privilegio di osservare il genere umano dalla prospettiva più comoda di tutte – quella di un morto – ora si interroga sulle assurdità del nostro presente. Un’epoca in cui la tecnologia e l’intelligenza artificiale avanzano a passi da gigante, modellando le nostre vite… ma non sempre per renderci migliori.
Non mancano momenti musicali, con brani scritti per l’occasione che sottolineano i momenti dello spettacolo e coinvolgono lo spettatore. E così, tra la narrazione di episodi reali, riflessioni iperboliche e l’intrusione dell’A.I., che prende Alessandro come esempio per diventare quanto più umana possibile, si delinea un futuro che sembra catastrofico ma che, forse, può ancora essere positivo… anzi, “umano”.
“Benvenuto nell’AI!” è un one-man show che regala risate per oltre 90 minuti. Ritmo serrato, nessuna vergogna, canzoni surreali, domande alla platea per costruire un quadro dell’umanità che trova forse nelle debolezze e nella capacità di riderne la sua peculiarità meno replicabile.















