Super controlli del fisco nel 2022 sui bonus edilizi

Super controlli del fisco nel 2022 sui bonus edilizi

Non molto tempo fa, il direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, denunciò sulle pagine del quotidiano Il Sole 24 Ore una serie di frodi sui bonus edilizi messe in atto da chi voleva praticamente rifare la casa gratis senza averne i requisiti. Ancora più recente la maxi truffa da 20 milioni di euro sul reddito di cittadinanza attribuito a 9.000 rumeni inesistenti. Ma sono solo alcuni degli episodi che spingono il Governo a fare un po’ di ordine su questi e su altri settori. Vediamo quali sono tutti i nuovi controlli del fisco.

I controlli del fisco sui bonus casa

L’attività del fisco sul bonus casa per scovare eventuali furbetti sarà così intensa che il Governo ci ha costruito attorno ai controlli addirittura un apposito decreto. Non solo per stanare eventuali requisiti mancanti ma anche per tenere sott’occhio le modalità di pagamento dei lavori, cioè la cessione del credito o lo sconto in fattura e non solo sul superbonus 110%. I controlli, infatti, aumenteranno in maniera esponenziale sui bonus ristrutturazioni, sul bonus facciate, sul sisma bonus e sugli altri benefici per i quali sono previste cessione del credito o sconto in fattura. Il contribuente sarà tenuto, come per il 110%, a presentare un visto di conformità nel caso in cui decida di utilizzare queste due alternative alla classica detrazione fiscale da riportare nella dichiarazione dei redditi per recuperare negli anni la percentuale spettante. L’obbligo verrà meno solo se la dichiarazione viene presentata direttamente dal contribuente con la precompilata dell’agenzia delle Entrate o attraverso Caf e intermediari.

Il fisco controllerà anche i costi sostenuti dal contribuente in base ai lavori realizzati. A tal proposito, il ministero per la Transizione ecologica predisporrà un apposito tariffario con i prezzi massimi da rispettare per gli interventi diversi dal superbonus 110% (su questa agevolazione esiste già un prezziario). In questo modo, si cercherà di evitare che i costi vengano «gonfiati» per ottenere dei guadagni «extra». E, ovviamente, ci saranno anche delle verifiche per accertare che il contribuente abbia effettivamente i requisiti per beneficiare dei bonus. Il Fisco individuerà dei profili di rischio sulla base della coerenza e della regolarità dei dati contenuti nelle comunicazioni per cedere il credito o per ottenere gli sconti in fattura con quelli presenti nell’Anagrafe tributaria o già nelle mani dell’Agenzia delle Entrate. Nel caso in cui ci siano delle avvisaglie di irregolarità, il Fisco sospenderà per 30 giorni le comunicazioni, dopodiché, se i rischi di frode scompaiono, le comunicazioni di cessione dei crediti o di sconto in fattura proseguiranno il loro corso. Altrimenti, verranno annullate.

Naturalmente, l’Agenzia chiede la preziosa collaborazione di professionisti e intermediari coinvolti nella pratica di cessione del credito: dovranno alzare la soglia di attenzione e saranno tenuti a segnalare le operazioni sospette all’Unità informazione finanziaria (Uif). I tempi del recupero del beneficio illecitamente incassato si prescrivono al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello dell’accertamento. Ma la prescrizione può arrivare a otto anni nel caso in cui siano stati rilevati dei crediti inesistenti o delle compensazioni indebite. L’eventuale contenzioso si terrà davanti al giudice tributario.