Caso fotocopia Grillo jr, gup ordina nuove indagini

(Adnkronos) – La Procura di Tempio Pausania, la stessa che aveva chiesto e ottenuto il processo per Ciro Grillo e i suoi amici, la scorsa estate aveva chiesto l’archiviazione per quattro ragazzi campani accusati di avere stuprato due giovanissime animatrici turistiche, ma oggi il gip ha rigettato la richiesta del pm e ordinato nuove indagini. Il Procuratore Gregorio Capasso, che coordina l’inchiesta, ha adesso tre mesi di tempo per formalare il capo di accusa. Una prima vittoria per le due ragazze che, attraverso la loro legale, l’avvocata Giovanna Porcu, si erano opposto alla richiesta di archiviazione della Procura. “Sono assolutamente soddisfatta – dice la legale Porcu all’Adnkronos – Nell’opposizione la Procura diceva che le accuse erano infondate e riteneva inammissibile la nostra richiesta. Invece adesso il gip dice che bisogna rifare le indagini”. 

Si dice “soddisfatta” anche la mamma di una delle due ragazze violentate: “Soprattutto dopo che l’avvocato dei ragazzi durante una pausa dell’udienza preliminate se ne uscì con una frase davvero infelice – racconta tra e lacrime la donna all’Adnkronos – Disse che ‘le ragazze avevano denunciato solo perché si erano vergognate’ e fuori mi aveva detto: ‘Io ho fatto casi molto più importanti di questo’. Beh, intanto il gip chiede nuove indagini…”. La mamma di ‘Giulia’, il nome è inventato, dice poi che la ragazza “sta ancora male” e che “ha problemi di salute, perché non si è mai ripresa”. Ma cosa era successo in quell’estate del 2019, pochi giorni prima del caso Grillo junior? Due ragazze che denunciano per stupro di gruppo quattro giovani appena conosciuti in discoteca, la Costa Smeralda, il passaggio in macchina, il racconto delle violenze sessuali ai pm di Tempio Pausania. Sembra la storia-fotocopia dell’inchiesta per violenza sessuale che vede imputati Ciro Grillo, il figlio del garante del M5S, e tre suoi amici. Stessa Procura, stessi racconti, stessi verbali, stesso periodo (luglio 2019), la presenza di un video e di chat. Ma qui l’esito è stato diametralmente opposto. Se per Grillo junior e i suoi amici la Procura sarda, dopo quasi due anni di indagini, ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio, per i quattro giovani campani accusati dalle due giovani gli stessi pm hanno chiesto l’archiviazione. Ma il gip respinge la richiesta di archiviazione e ordine nuove indagini. 

Tutto accade nella notte tra l’8 e il 9 luglio di tre anni fa sulla spiaggia di Baja Sardinia a Porto Cervo, a poca distanza dalla villa in cui una settimana dopo sarebbe avvenuto lo stupro di gruppo sulla ragazza italo-norvegese e un’amica. Sono le due di notte e due amiche ventenni, che fanno le animatrici turistiche in Costa Smeralda, vanno in discoteca, bevono due o tre cocktail, e ballano fino alle quattro del mattino. Qui incontrano quattro ragazzi, aitanti, palestrati, sorridenti. Iniziano a parlare. Poi, i giovani propongono alle due ragazze di andare in spiaggia, che dista appena pochi minuti. Qui, però, inizia, secondo il racconto delle ragazze, un incubo che dura un’ora. Violenze sessuali di gruppo, abusi di ogni tipo, secondo la loro versione. Accade tutto nella notte tra l’8 e il 9 luglio del 2019, cioè appena otto giorni prima del presunto stupro di gruppo che vede tra i protagonisti Ciro Grillo, il figlio del garante del M5S, e altri tre amici. Due casi fotocopia, secondo le vittime ma con due epiloghi differenti. A leggere gli atti ci sono molte similitudini tra le due vicende: l’incontro in discoteca, quattro aitanti ragazzi che invitano due belle ragazze a seguirli. E poi tutto il resto che si trova nelle centinaia di pagine di verbali, che l’Adnkronos ha visionato. Lo stupro, presunto. Un video di una trentina di secondi, le lacrime della ragazze, tante. Il diniego degli indagati che parlano di “consenso”.  

Le due inchieste, parallele, sono coordinate dalla stessa Procura, quella di Tempio Pausania, guidata da Gregorio Capasso. “Io prendo ancora ansiolitici, soffro di depressione, non dormo. Ho gli incubi. E loro rischiano l’archiviazione. Perché? Io non ci sto, vado avanti finché non avrò giustizia. Certo, per il figlio di Grillo è stata chiesto il processo e per i miei stupratori no”, aveva detto ‘Giulia’ all’Adnkronos. Ecco perché le due ragazze hanno presentato opposizione alla richiesta di archiviazione. 

Ma per la Procura di Tempio Pausania non ci sono dubbi. Se per le vittime e i loro parenti, ma anche per l’avvocato Giovanna Porcu, i casi sono uguali, per il Procuratore Gregorio Capasso qui non ci sarebbero gli estremi per chiedere il processo. Secondo la Procura “non sono emersi elementi obiettivi – come si legge nella richiesta di archiviazione a firma del Procuratore Gregorio Capasso e della pm Ilaria Corbelli – idonei all’incolpazione dei responsabili e nemmeno sufficienti a dimostrare la consumazione del reato in trattazione”. 

Ma il gip non la pensa allo stesso modo. “L’opposizione alla richiesta di archiviazione è ammissibile e fondata in quanto, a fronte della motivazione del pm sostenente la richiesta di archiviazione, secondo la quale vi sarebbe incertezza sul consenso delle persone offese agli atti sessuali e quindi sul dolo del reato ipotizzato, la difesa di parte opponente ha svolto, nell’atto di opposizione, osservazioni indicando nuovi temi di indagine e le relative fonti di prova”, scrive il gup Marco Contu. “Il pm nella richiesta di archiviazione ha evidenziato che a riprova dell’assenza di atti di coercizione , di violenza e di aggressività degli indagati vi è la circostanza che ‘non appena una delle due ragazze dimostrava di non apprezzare un determinato atto’, tutti gli indagati desistevano e uscivano dall’acqua”, scrive il gip. E sottolinea anche le “dichiarazioni contrastanti” di un testimone. “Si impone pertanto – dice il gip – una nuova audizione delle persone informate sui fatti sopra nominate affinché dirimano fra le varie dichiarazioni rese e affinché descrivano la condizione elle ragazze per come da loro viste”. “La richiesta di archiviazione deve, pertanto, allo stato, essere rigettata e va ordinato al pm di svolgere le indagini di cui in parte motiva”. 

(Adnkronos)