Congresso Articolo 1 a Roma, Scotto: “Rientro nel Pd? No, lavoriamo a campo progressista”

(Adnkronos) –
Non sarà il congresso del “rompiamo le righe” o del “rientro nel Pd”.

Arturo Scotto, coordinatore di Articolo Uno, lo mette in chiaro parlando con l’Adnkronos del congresso che si terrà domani e dopodomani a Roma e confermerà segretario Roberto Speranza con oltre il 91%. Tanti gli ospiti da Enrico Letta a Giuseppe Conte, Andrea Orlando e Luigi Di Maio, Maurizio Landini e il presidente Anpi, Gianfranco Pagliarulo. Ci sarà anche Carlo Calenda ma non Matteo Renzi, non invitato. “Noi lavoriamo alla costruzione di un campo progressista e Renzi mi pare stia facendo altre scelte, penso a Genova…”. Pd e M5S, dunque, gli interlocutori a livello di forze politiche. Anche se quell’ambiguità di Conte sul voto in Francia, non è piaciuta: “Ha sbagliato”.  

Scotto, un congresso per dire cosa? “Intanto uno sguardo su un mondo totalmente cambiato rispetto all’ultimo congresso, tre anni fa a Bologna: Conte era premier dei gialloverdi, in Usa c’era Trump, la pandemia era una parola sconosciuta ai più e ha cambiato tutto rimettendo al centro, finalmente, la parola ‘pubblico’, la difesa dei beni comuni, la protezione sociale e dunque aperto uno spazio per la sinistra. Non a caso la mozione di Speranza si chiama ‘E’ il tempo della sinistra’. In Europa c’è uno spazio enorme per i progressisti”.
 

Come si traduce in voti questo spazio? “C’è bisogno in Italia e in Europa di una sinistra grande. Sono stato al congresso di Syriza da Tsipras. A quel congresso c’erano il presidente del Portogallo Costa, il premier spagnolo Sanchez ed Enrico Letta. La questione che si pone a tutti è la riunificazione dei progressisti attorno ad alcune parole d’ordine fondamentali. Dalla crisi si esce con il rafforzamento dell’Europa ma anche con una svolta sociale. Non c’è nessuna grande sinistra al mondo senza un blocco di riferimento e questo va fatto in Italia”. Quale blocco? “Quello del lavoro, vecchio e nuovo, in tutte le sue forme e che spesso ha visto la sinistra come ostile in questi anni”.  

Scotto, con ‘riunificazione dei progressisti’ intende il rientro di Articolo Uno nel Pd? “Non basta più una piccola sinistra, non bastano più i cartelli elettorali. Questo non vuole dire che vogliamo ‘rompere le righe’, piuttosto Articolo Uno lavora a costruire al campo progressista a partire dal Pd ovviamente. E comunque è evidente che c’è un rapporto nuovo con il Pd di Letta. C’è una sensibilità nuova”.
 

Il Pd non è più renziano, insomma… “Sicuramente c’è stato il superamento dell’autosufficenza della stagione del renzismo e il Pd è uscito anche dalla religione del maggioritario. Ora si pone il tema di ridare un’identità politica, superare l’impostazione del ‘partito che prende tutto’. E’ il tempo di avere, come dicevo, un blocco sociale di riferimento”.  

Perche avete invitato Calenda ma non Renzi? “Calenda ha un’impostazione diversa dalla nostra. Ma qui il punto non è Calenda o Renzi, è la costruzione di un campo progressista. E mi pare che Renzi stia facendo scelte diverse: penso a Genova e La Spezia dove Italia Viva sta con il centrodestra o Palermo. Mi sembra una distanza abbastanza significativa”. E il rapporto con i 5 Stelle? “Per noi restano interlocutori fondamentali”.  

Scotto, i 5 Stelle restano per voi interlocutori fondamentali ma che ne pensa di Conte che non sa scegliere tra Macron e Le Pen? “Penso sia sbagliato. Non si può essere equidistanti tra Macron e Le Pen. Se fossi in Francia, voterei Macron senza se e senza ma. Del resto, lo stesso Melenchon non ha esitato un minuto a dire che nessun voto dei suoi deve andare a Le Pen. Ma oltre a questo c’è un nodo che non riguarda solo le elezioni francesi”.  

Quale? “Domenica prossima Macron, come tutti speriamo, sarà eletto con meno di un 1 voto su 5 dei francesi. La democrazia non è in buona salute. C’è un tema che riguarda la rappresentanza dei più disagiati e il populismo, il sovranismo non solo la causa della crisi, ma una conseguenza. Se la democrazia non produce più uguaglianza, ascensore sociale, lascia spazio a autoritarismi e apprendesti stregoni”.  

Domenica sarà vostro ospite Pagliarulo dell’Anpi, al centro di diverse polemiche nelle ultime settimane. Che ne pensa? “Noi il 25 aprile saremo nelle piazze organizzate dall’Anpi. Ho trovato inaccettabile e intollerabile la strumentalizzazione che c’è stata. Quello dei partigiani è un patrimonio che va custodito e non bombardato trasformandoli in putiniani. Inqualificabile. Mai vista altrettanta foga nell’attaccare Casapound o Forza Nuova. E ricordo che quest’anno si celebra il centenario della Marcia su Roma e sarei cauto a smontare l’associazione nazionale partigiani. E ricordo anche che, invece di fare polemiche a sinistra, si pensi ai leader della destra italiana con Putin ci si sono presi più di caffè negli ultimi anni… Per quello che mi riguarda, come ogni anno, rinnoverò la tessera dell’Anpi”.  

(Adnkronos)