Covid oggi Italia, “nessuna regione a rischio zona gialla”

Aumentano contagi covid-19, ricoveri e intensive ma nessuna regione è a rischio zona gialla. Ben 66 province hanno un’incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Veneto tutte le province superano tale soglia. In 3 province si contano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Trieste (479), Bolzano (260) e Gorizia (221). “Numeri che dovrebbero indurre gli amministratori locali a considerare restrizioni su base comunale o provinciale, per evitare che la diffusione del contagio trascini l’intera Regione in zona gialla”, sottolinea Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, commentando i dati del monitoraggio settimanale indipendente.

Nella settimana 3-9 novembre crescono i ricoveri in area medica (+444) e in terapia intensiva (+36). “Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe – si registra un ulteriore incremento dei posti letto occupati da pazienti Covid: rispetto alla settimana precedente +14,8% in area medica e +9,4% in terapia intensiva”. In termini assoluti, il numero di pazienti Covid in area medica è passato da 2.371 del 16 ottobre a 3.436 del 9 novembre e quello nelle terapie intensive da 338 del 25 ottobre a 421 del 9 novembre.

A livello nazionale il tasso di occupazione rimane molto basso (6% in area medica e 5% in terapia intensiva), ma con notevoli differenze regionali. In particolare, nessuna Regione supera la soglia del 15% per l’area medica, mentre Friuli-Venezia Giulia (11%) e Marche (11%) superano quella del 10% per l’area critica. Tali valori, a breve termine, non comportano il rischio di passare in zona gialla che, oltre all’incidenza settimanale superiore ai 50 casi per 100.000 abitanti, richiede contestualmente il superamento della soglia di occupazione del 15% in area medica e del 10% in terapia intensiva. “Aumentano – puntualizza Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – gli ingressi giornalieri in terapia intensiva: la media mobile a 7 giorni passa da 26 ingressi/die della settimana precedente a 34”.

(Adnkronos)