Covid, Zaia: “Gran parte Italia verso zona gialla”

Diverse regioni verso la zona gialla. E’ lo scenario che delinea il governatore del Veneto, Luca Zaia, mentre l’Italia è alle prese con l’aumento di contagi covid e i rischi legati alla diffusione della variante Omicron. 

“Gran parte dell’Italia sta andando verso il giallo”, dice Zaia. Il Veneto si avvia ad entrare in zona gialla dal 20 dicembre. Stesso destino, però, pare attendere altre regioni. “Il Veneto è sempre famoso per l’alto numero di contagiati, però facciamo tre volte i tamponi di regioni con i nostri stessi abitanti. I vaccini fanno il loro effetto: ho un terzo dei ricoverati rispetto all’anno scorso. La variante Omicron passerà come le altre ma il problema è il virus che sta diventando endemico. Diventerà come un’influenza. Pian piano arriveremo lì”, dice Zaia a The Breakfast Club su Radio Capital.  

“Io sono da 22 mesi in trincea: so che questo virus è imprevedibile. I medici che sono in prima linea, si infettano di meno in percentuale dei cittadini che lavorano fuori dagli ospedali. Questo vuol dire che dobbiamo portare sempre la mascherina, all’aperto o al chiuso. La proroga dello stato di emergenza? È diventato un tormentone. È evidente che siamo in emergenza. Questa proroga non è il problema della nostra vita, il nostro problema è trovare il modo di uscire da quest’incubo”, aggiunge. 

L’Italia ha appena varato misure che prevedono il tampone per i viaggiatori che arrivano da altri paesi Ue. Per i non vaccinati, scatta la quarantena. “Siamo la regione più turistica d’Italia queste misure sicuramente complicano la vita. Ha ragione Federalberghi, ma la complicazione l’abbiamo tutti i giorni e non solo nel turismo ma in tutti i comparti”, dice, prima di rispondere ad una domanda sull’ipotesi di obbligo vaccinale 

“L’Oms -dice- mi ha dato ragione quando ha detto di fare attenzione perché con l’obbligo si irrigidiscono le posizioni e poi non vacciniamo più. Quando ci parlano di obbligo vaccinale, dobbiamo chiederci come lo mettiamo in pratica? Per me l’obbligo sanitario vuol dire portare le persone a vaccinarsi. Se poi trasformiamo l’obbligo vaccinale in multe, come avviene in Germania, allora chi è multato pagherà la sanzione ma non si vaccinerà. In un paese dove si ricorre al Tar per tutto, figuratevi cosa può succedere se si accompagna qualcuno con la forza pubblica a vaccinarsi”. 

 

(Adnkronos)