Elezioni, Capozza (Udc-Fi): “Impresentabile? Lo sono per Morra in quanto ex ala destra M5s”

“Il giudizio politico-morale espresso nei miei confronti da Morra con l’infamante etichetta di ‘impresentabile’ è stato attribuito a me in quanto ex attivista dell’ala destra del Movimento 5 Stelle. Resta il dubbio che questo brutale attacco sia stato riservato a chi dal M5s dopo il tradimento di quasi tutti i valori fondanti dei grillini, si sia poi riconosciuto e candidato nel centro destra. Come avvenuto anche a Marcello De Vito”. Ne parla con l’Adnkronos la candidata per l’Udc al consiglio comunale di Roma, Maria Capozza che commentando l’intervento della Commissione parlamentare antimafia a poche ore dal silenzio elettorale riferisce: “Il mio nome e la mia dignità sono state danneggiate, senza che nessuna parola sia stata detta sul fatto che ho ostacolato, bloccato e denunciato fatti illeciti. In particolare una mia denuncia riguarda il cantiere più grande d’Europa: quello della Metro C, mai completata, tant’è che Draghi ha recentemente nominato un Commissario, che nasce quando Walter Veltroni nel 2002 approva il progetto preliminare della linea, poi inviato alla regione Lazio”.  

“Nessuna parola – prosegue Capozza – neanche sul fatto che io abbia ostacolato, bloccato e denunciato fatti illeciti presso le Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza (Ipab), le cui ricchezze erano e sono oggetto di speculazioni mentre i servizi sociali gratuiti a favore dei soggetti più fragili sono ridotti al lumicino. E ciliegina sulla torta, silenzio sul fatto che lo stesso presidente della Commissione Antimafia ha presentato due interrogazioni al Senato basate sulle mie denunce, così sostenendo le mie battaglie. Ma oggi per gli stessi fatti, lo stesso Morra mi definisce “impresentabile”. 

“Vorrei inoltre ricordare – aggiunge la candidata – che sono ancora una volta vittima: fatte le denunce, sono stata allontanata dal mio lavoro e persino indagata per gli stessi fatti che avevo denunciato. Perché la normativa italiana, europea e internazionale a tutela dei cosiddetti “whistleblowers” come me – autori, cioè, di segnalazioni di reati o irregolarità – viene totalmente disapplicata, con il risultato che chi combatte non solo non è protetto ma addirittura si trova sotto attacco, diffamazione e mobbing compresi”. 

La candidata Udc sollecita: “Quale parità ai nastri di partenza? Quale equa competizione? Quale libertà di decidere? Soprattutto, quale diritto di eleggere ed essere eletti, sancito dalla Costituzione “più bella del mondo”, quando un’accusa infamante si frappone tra un candidato e i cittadini senza il tempo necessario per difendersi con altrettanta, velocissima efficacia sui mezzi di comunicazione che – con poche eccezioni – corrono a copiare e incollare?” 

(di Roberta Lanzara) 

(Adnkronos)