Foibe, Giorno del Ricordo: oggi Mattarella e Draghi in Senato

(Adnkronos) – Giorno del ricordo, oggi – giovedì 10 febbraio – alle 16 a Palazzo Madama si terrà la cerimonia ufficiale per la celebrazione in memoria delle vittime delle foibe. La commemorazione sarà aperta dal discorso della presidente del Senato, Elisabetta Casellati, cui seguirà quello del presidente della Camera, Roberto Fico. Chiuderà la celebrazione l’intervento del presidente del Consiglio Mario Draghi. Lo rende noto Palazzo Madama. 

Saranno presenti il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il vicepresidente della Corte costituzionale, Daria de Pretis, il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi di Maio e il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.  

Salvini 

“Scritta apparsa su un muro dell’Università a Firenze. Onore ai martiri delle Foibe, italiani massacrati dai comunisti slavi. E tanta pena per chi nega la Verità e la Storia”. Lo scrive su Twitter Matteo Salvini, postando una foto di un muro del capoluogo toscano dove si legge “il vostro revisionismo non cancellerà la nostra memoria partigiana”, scritta corredata da una stella a cinque punti. 

Lega 

“Un nostro disegno di legge propone ‘Disposizioni concernenti la concessione dell’opzione di acquisto di beni del demanio e del patrimonio pubblico dello Stato in favore dei titolari di beni, diritti ed interessi abbandonati nei territori italiani ceduti alla ex Jugoslavia’. Dopo la tremenda, bestiale violenza fisica di allora, si ponga fine alla violenza morale che si trascina ormai da oltre sessant’anni, chiudendo una volta per tutte la questione degli indennizzi a coloro che, nati e cresciuti nei territori ceduti alla ex-Jugoslavia dopo il trattato di pace del 1947 e i loro eredi, non hanno ancora ottenuto, a distanza di tanto tempo, giustizia per avere perso i loro averi, le loro case, i loro ricordi”. Lo dichiarano in una nota i parlamentari friulani della Lega: i senatori Raffaella Marin e Mario Pittoni insieme ai deputati Aurelia Bubisutti, Vannia Gava, Daniele Moschioni, Massimiliano Panizzut in merito al ddl 1054. 

“Un dramma senza fine, se è vero che il nostro Paese, persa la guerra, ha risarcito la Repubblica federale jugoslava con i beni degli sfollati. Non possiamo dimenticare che il debito di guerra è un debito nazionale. E la Convenzione di Ginevra (articoli 46, 47, 53) dice che per i territori ceduti (non dal privato proprietario, ma dallo Stato) l’espropriato ha diritto a un pronto, adeguato ed effettivo rimborso. Cosa mai concretizzatasi. Gli indennizzi sono un dovere del nostro Paese. Non un atto di generosità. Come hanno evidenziato le sezioni unite della Corte di Cassazione con sentenza n. 1549 del 18 settembre 1970, la quale afferma che, in virtù della normativa internazionale (gli accordi bilaterali italo-jugoslavi del 1949 e 1950) e di quella nazionale (legge n. 1064 del 1949) gli esuli, i cui territori sono stati ceduti alla Jugoslavia, hanno diritto al controvalore dei beni perduti secondo i principi dell’integralità e della proporzionalità”, concludono i leghisti. 

Fdi 

“Finalmente è stata emanata la circolare per il Giorno del Ricordo da parte del Ministero dell’Istruzione in merito alle iniziative che saranno promosse nelle scuole. Viene dato seguito alla risoluzione, a prima firma Frassinetti, approvata dalla VII commissione in maniera unitaria. Ringraziamo il ministro Bianchi e il sottosegretario Sasso per aver dato seguito al nostro appello. Ora, per tutto il mese in corso, siano garantite iniziative e incontri con gli esuli, per sentire dalla viva voce degli esuli la tragedia delle foibe, o con interpreti come Cristicchi, con ‘Magazzino 18′”- Lo sottolineano in una nota gli esponenti di Fratelli d’Italia Federico Mollicone e Paola Frassinetti, rispettivamente capogruppo in VII commissione Scuola e vicepresidente della VII commissione Scuola. 

”Ora -avvertono- si garantisca la trasmissione al Parlamento di dati specifici sulle iniziative promosse, verificando anche, come indicato dalla risoluzione stessa, che siano gli esponenti delle associazioni degli esuli a portare avanti le memoria di ciò che è avvenuto. I presidi diano attuazione, escludendo qualsiasi forma di negazionismo e revisionismo come avvenuto a Verona, dove in una conferenza in un istituto superiore allo ‘storico’ Eric Gobetti, che minimizza, giustifica e riduce i massacri delle foibe, sono state affiancate le voci autorevoli di Biloslavo e Briani”. 

Fidanza 

“Continueremo a lavorare affinché la verità storica e la giustizia per le vittime prevalgano sull’oblio e sulla rimozione, affinché la libertà e la democrazia prevalgano sulla violenza e sul totalitarismo, affinché la pace e il rispetto abbiano la meglio sulla guerra e sull’odio e affinché un’Europa di popoli liberi, uniti nella diversità prevalga sull’omologazione e il sano amore per le nostre patrie non lasci spazio al nazionalismo aggressivo”. Lo ha detto Carlo Fidanza, eurodeputato FdI-Ecr e membro del Remembrance Group, in conclusione del convegno al Parlamento Europeo sul giorno del ricordo del massacro delle Foibe. 

L’esule: “12mila italiani giustiziati, storia seppellita nel silenzio” 

“Un silenzio doloroso in Italia come in Europa ha seppellito quasi completamente questa storia. Ma furono migliaia gli italiani che decisero di emigrare in altri paesi dopo essere stati costretti a fuggire dalle loro case e dalle loro terre d’origine. Le comunità distribuite in tutta Europa sono numerose”. Inizia così l’intervento al Parlamento europeo di Carla Cace, esule dalmata di terza generazione e Presidente della più antica associazione italiana in esilio confine orientale.  

“L’Associazione Nazionale Dalmata – spiega in occasione del convegno in ricordo delle foibe e dell’esodo degli italiani – nasce a Roma nel 1919. In più di cento anni di attività ha organizzato iniziative culturali ed editoriali per far conoscere la nostra storia. A quasi 20 anni dall’istituzione nel 2004 in Italia della legge per il Giorno del Ricordo, è importante fare una valutazione su quanto è stato fatto e quanto resta ancora da fare per poter parlare davvero di ‘memoria condivisa'”.  

“Oltre 12.000 italiani infoibati o giustiziati tra il 1943 e il 1954 (e i numeri veri probabilmente non si conosceranno mai) – ha illustrato Cace presentando il documentario che sarà distribuito nelle scuole e negli istituti di cultura – e circa 350.000 costretti all’esodo. Il tutto nel silenzio più assoluto per convenienze geopolitiche dell’epoca. Perché ancora oggi, in Italia, solo uno studente su cinque sa rispondere correttamente alla domanda ‘Cosa sono le foibe?’. Se da un lato i discorsi degli ultimi Presidenti della Repubblica Italiana in occasione delle celebrazioni ufficiali non lasciano dubbi, giungendo finalmente a pronunciare termini come ‘pulizia etnica’, ancora sono troppi i programmi scolastici in cui il tema è trattato marginalmente o per niente; la stampa raramente affronta l’argomento se non a ridosso del Giorno del Ricordo; alcune recenti pubblicazioni, anche di illustri case editrici italiane, sostengono posizioni palesemente al limite del giustificazionismo e assistiamo ad atti vandalici ai monumenti alla memoria”.  

“Dobbiamo vigilare – ha incalzato la presidente dell’associazione – dobbiamo diffondere questa storia e questa cultura, per non rischiare di passare dal negazionismo al giustificazionismo. E dobbiamo inserirla nel contesto storico dei genocidi del XX secolo, dei crimini dei totalitarismi. Anche per questo la nostra Associazione ha aderito ad Interasso, federazione europea di ex prigionieri e familiari di vittime del comunismo, che al suo interno racchiude associazioni di Germania, Slovenia, Croazia, Ungheria, Slovacchia, Albania, Romania, Moldavia, Lettonia e Lituania”.  

“Ed è sempre per questo che ho portato per Voi, in anteprima – ha proseguito Carla Cace – qualche copia del dossier segreto redatto nel 1945, ritrovato recentemente nei nostri archivi e che abbiamo trascritto rispettando in tutto la forma originale, curato tra gli altri da mio nonno che era ufficiale medico e faceva parte dei Servizi Segreti della Marina Militare. L’obiettivo era quello di proporlo, all’epoca, tra le testimonianze delle nostre comunità sulle violenze e gli orrori del regime comunista jugoslavo del Maresciallo Tito (ricordiamoci, violenze che avvengono a guerra già finita) al Congresso di Pace di Parigi. Non sappiamo se questo dossier sia mai arrivato, ma ritrovare l’originale nella nostra sede ci fa supporre di no. Le testimonianze e le agghiaccianti foto in esso contenute provengono dal campo di concentramento Jugoslavo di Borovnica. I detenuti sono tutti soldati italiani e molti report sono redatti dalla Croce Rossa. E’ importante che, seppur 80 anni dopo, sia arrivato a un consesso internazionale”.  

“Il testimone della nostra storia, oggi, passa da una corretta ricostruzione delle fonti disponibili, come in questo caso, ma anche da una narrazione globale mirata soprattutto ai giovani e a chi non sa nulla di questo dramma umanitario. Dobbiamo trasformare questo ‘ricordo per pochi’ – ha ribadito – in memoria collettiva, affinché non si ripeta mai più. Lavoriamo per una divulgazione culturale ampia e diffusa anche con altre realtà come il Comitato 10 Febbraio, una giovane associazione di ‘non esuli’ diffusa su tutto il territorio nazionale che ha a cuore la verità storica e il ricordo dei nostri connazionali dimenticati. O con realtà estranee a questo mondo come Asi-Associazioni Sportive Italiane, un importante ente di promozione sportiva del nostro Paese che ha ideato e lanciato la ‘Corsa del Ricordo’, iniziativa che la nostra associazione patrocina sin dalla sua nascita, una competizione che si tiene in diverse città italiane a ridosso del 10 febbraio e che simbolicamente e materialmente fa ‘muovere il ricordo'”.  

“Penso infine all’arte, capace di arrivare al cuore più di mille saggi: con lo spettacolo teatrale ‘Magazzino 18’, due artisti italiani come Simone Cristicchi e Jan Bernas – ha concluso la presidente dell’associazione nazionale dalmata – hanno commosso migliaia e migliaia di nostri connazionali che nulla o poco sapevano di questa storia. Perché è importante che queste vicende arrivino, attraverso linguaggi come la cultura e lo sport, a tutti. Mi auguro che il prossimo 10 febbraio sia possibile organizzare insieme un nuovo incontro come questo. Perché come giustamente sottolinea il titolo di questa sessione, ‘Una tragedia europea’, oggi con questo momento altamente simbolico rendiamo finalmente un doveroso tributo alle tante sofferenze subite dalla mia gente. Un dolore che oggi è conosciuto in tutta Europa, in tutto il mondo”.  

 

(Adnkronos)