Maxi truffa fondi covid, anche Irene Pivetti tra vittime

(Adnkronos) – Ci sarebbe anche l’ex presidente della Camera, Irene Pivetti, tra i privati vittime della maxi truffa da 21 mln di euro scoperta dalla Guardia di Finanza di Asti che ha portato questa mattina all’esecuzione di 10 misure cautelari, di cui 8 in carcere. Dalle carte dell’inchiesta emerge infatti che due degli indagati, “in concorso tra loro e previo concerto” offrendo false fideiussioni del valore di 15 e 20 mln, ” nella trattativa con la società Only Italia Logistic per l’acquisto di 6.965.577 di mascherine facciali del tipo Kn95 e di 472.000 mascherine chirurgiche per un valore complessivo di 19.786. 815,60 euro inducevano in errore Pivetti Irene, amministratore unico della società venditrice, sulla serietà dell’impegno negoziale assunto e sull’effettività dell’obbligazione presa in carico la di corrispondere il relativo prezzo garantito” 

“Infatti – si legge nelle carte – da fideiussioni false si procuravano l’ingiusto profitto ingente pari al valore della merce acquistata e non pagata, malgrado l’effettiva consegna negoziale documentate da fatture emesse a favore di una società bulgara amministrativa da un soggetto inesistente nel ruolo di acquirenti intermedio”. 

L’organizzazione, attiva tra l’astigiano e le province di Milano, Monza, Como e Lodi, secondo l’accusa, con false identità otteneva finanziamenti come ‘fondo di garanzia Covid’ e prestiti bancari. Tra le accuse agli indagati vengono contestati l’indebita percezione, mediante società inesistenti o comunque inattive depositando bilanci con dati inattendibili, di finanziamenti bancari per 375.000 euro attraverso il Fondo Garanzia Covid 19 e danni a privati con raggiro sia di fornitori ai quali è stata ordinata merce poi non pagata per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro, sia di istituti di credito e finanziarie per finanziamenti ordinari per altri 2 milioni.  

Per gli inquirenti “la vicenda in danno della Only Italia Logistic di Irene Pivetti, truffa da 22 mln di euro, denota la insidiosità del fenomeno che, si ribadisce, per la parte oggi in esame , costituisce un segmento minimo della portata generale reale”. Quindi, sempre secondo quanto si legge nelle carte dell’inchiesta, “si tratta di un’associazione per delinquere perché è in essere una struttura organizzata, con la costante pianificazione dei delitti””, dove “ciascuno dei partecipi conosce l’appartenenza al gruppo con un proprio incarico, compiti e competenze”.  

 

(Adnkronos)