Migranti, la ‘guerra dei muri’ e le barriere che già ci sono

“Si è parlato di infrastrutture fisiche, ma sono stata molto chiara sul fatto che non ci saranno finanziamenti di reticolati di filo spinato o muri”. Così ieri la presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, ha chiarito che non ci saranno fondi europei per la costruzione di muri al confine esterno dell’Unione Europea per rafforzare il controllo del traffico di migranti irregolari. La ‘guerra dei muri’ arriva a 60 anni dalla costruzione del Muro di Berlino, simbolo della divisione del mondo in due blocchi, est e ovest, un pianeta in cui oggi barriere di sicurezza e di separazione non sono solo sui libri e in cui alla fine del 2020 il numero di persone in fuga da persecuzioni, conflitti, violenze, violazioni dei diritti umani è arrivato a 82,4 milioni (rapporto annuale Global Trends dell’Unhcr). 

A inizio mese i ministri degli Interni di 12 Paesi membri (Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia) avevano chiesto alla Commissione europea di finanziare la costruzione di muri al confine per bloccare l’ingresso di migranti che arrivano dalla Bielorussia. Tra il 2000 e il 2021 nel mondo il numero di muri di confine completati, annunciati o per i quali sono iniziati i lavori è più che quintuplicato, passando da 16 a oltre 90, secondo dati raccolti e pubblicati lo scorso agosto da Deutsche Welle. Stando a un rapporto dello scorso anno del Transnational Institute (Tni), nel mondo sono stati costruiti 63 muri negli ultimi 50 anni, 14 solo nel 2015. 

In Europa fra i Paesi che hanno eretto barriere ci sono la GRECIA, alla frontiera con la Turchia, l’UNGHERIA, al confine con Serbia e Croazia, e la BULGARIA, alla frontiera con la stessa Turchia, che a sua volta si ‘blinda’ ai confini con Iran e Siria. 

Nelle due enclavi spagnole di CEUTA e MELILLA situate in territorio africano, oltre lo Stretto di Gibilterra sono state edificate due barriere di filo spinato – rispettivamente di 8,2 Km e 12 Km – al confine con la Spagna per bloccare l’arrivo in massa dei migranti che vogliono raggiungere l’Ue. Costruite alla fine degli anni Novanta, da allora sono state innalzate fino a raggiungere l’altezza di 6 metri. 

Lo scorso agosto è arrivato il via libera del Parlamento della LITUANIA a una legge che consente di installare una recinzione per arginare il flusso di migranti bielorussi. Flusso che vuole arrestare anche la POLONIA, con la costruzione di un muro il cui costo previsto è di oltre 350 milioni di euro. La settimana scorsa, la Camera bassa del Parlamento di Varsavia ha approvato una proposta di legge, che dovrà ora passare al vaglio del Senato. 

E tra i muri nel mondo quello tristemente più noto resta quello tra STATI UNITI e MESSICO. Il confine tra i due Paesi è lungo 3.200 km e il governo americano ha costruito una barriera lungo una parte del percorso per bloccare l’immigrazione dal Messico e da altri paesi dell’America centrale. Le prime barriere sono comparse nel 1991, ma nel 1994 gli Stati Uniti hanno ufficializzato il rafforzamento delle operazioni di sorveglianza e hanno ampliato il muro nel quadro della Operation Guardian. 

(Adnkronos)