Musical, il leggendario Rocky Horror Show arriva a Roma

(Adnkronos) – Torna in Italia il leggendario rock’n’roll musical di Richard O’Brien. Dopo le tappe di ottobre a Milano e Trieste, arriva a Roma, al Teatro Olimpico dall’1 al 6 novembre per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana in collaborazione con Lsd Edizioni, Rocky Horror Show. Fra gli spettacoli più amati e applauditi di sempre, musical fra i più audaci degli ultimi cinquant’anni, ha sedotto con la sua trasgressività intere generazioni di spettatori, conquistando anche i benpensanti più integerrimi e trasformandoli in devoti fan con corsetto e calze a rete. 

La meravigliosa creatura di Richard O’Brein ha viaggiato in più di 30 paesi, è stata tradotta in più di 20 lingue, e ne è stata tratta una versione cinematografica nel ’75 divenuta la pellicola più proiettata della storia del cinema, fra i ruoli principali Tim Curry nei panni di Frank, Susan Sarandon in Janet e lo stesso O’Brien in Riff Raff. Il musical torna in Italia con la regia dell’inglese Christopher Luscombe, in una fortunata produzione applaudita già in tutto il mondo. Nel cast inglese troviamo Kristian Lavercombe, attore e cantante che ha preso parte a più di 2000 repliche del musical, “a fantastically talented Riff Raff” come l’ha definito lo stesso O’Brien. Volto noto al pubblico del Rocky Horror è anche Haley Flaherty nel ruolo di Janet, così come gli altri interpreti principali Stephen Webb (Frank), Richard Meek (Brad), Ben Westhead (Rocky), Suzie McAdam (Magenta), Darcy Finden (Columbia). A loro si unisce nel ruolo del Narratore Claudio “Greg” Gregori, artista poliedrico che con stile ironico, a tratti satirico, spazia fra musica, cinema, radio, teatro e tv. Così racconta il suo incontro con il musical di O’Brein: “The Rocky Horror Picture Show. Lo vidi, ventenne, nel lontano 1983. Mi colpì molto per la straripante carica di energia e gioia esplosiva che riusciva a trasmettere. È un musical e quindi ha tutte le leziosità del genere: è eccessivo, didascalico, lineare e sopra le righe, ma è gagliardo davvero (…). Quarant’anni dopo The Rocky Horror Show è ancora di culto e ne ha ben donde. In questa decade così frantumata, ipocrita, rigida e ottusa in cui la trasgressione è scimmiottare in modo trash ciò che fu fatto meglio, quest’Opera aggredisce ancora con entusiasmo i gotici pudori di uno status quo malsano e bigotto. Ancora stupisce per le liriche oltraggiose, per gli ammiccamenti e per le battute caustiche. Ancora scortica la sensibilità dell’uomo medio e gli urla che prima di giudicare qualcosa bisogna viverla”.  

La storia del Rocky Horror Show inizia con una piccola produzione teatrale a Londra, scritta da Richard O’Brien per tenersi occupato mentre cercava lavoro come attore. Era il 16 giugno 1973, il luogo un piccolo teatro sperimentale di soli sessanta posti, il Royal Court Theatre Upstairs: “una mostruosa ragnatela di mutanti folli, docili travestiti e mostri muscolosi…” (così venne descritto all’epoca il musical), si stava affacciando dirompente sulla scena teatrale londinese. 

Previste sei settimane di rappresentazioni, fin dalla prima sera il successo fu tale che ben presto si creò un mercato nero di biglietti; la produzione decise quindi di spostare lo spettacolo al King’s Road Theatre dove continuerà a registrare il tutto esaurito fino al 1974, data poi del debutto americano. 

Uno spettacolo che ogni sera si rinnova, grazie alla partecipazione attiva – gli inglesi la chiamano audience partecipation – di tutti quegli appassionati che in teatro si presentano con travestimenti a tema, recitano, cantano e danzano lasciandosi trascinare da quei successi senza tempo di Sweet Transvestite, Damn it Janet e Time Warp. La stessa produzione dello show propone a chiunque lo desideri un manuale intitolato “The Virgins Guide” che è possibile visualizzare a questo indirizzo: https://www.rockyhorror.co.uk/virginsguide
 

(Adnkronos)