Piccolo meteorite caduto tra Prato e Pistoia

Una roccia di pochi centimetri di diametro, dal peso fra i 30 e i 100 grammi, di colore nero intenso. È tutto quello che potrebbe essere arrivato al suolo del piccolo meteorite bolide particolarmente luminoso che la notte del 1° ottobre, intorno alle 3 del mattino, ha attraversato il cielo, avvistato da ben otto telecamere della rete Prisma situate in Toscana e nel centro Italia (San Marcello Pistoiese, Navacchio, Scandiano, Cecima, Camerino, Chianti, Piombino, Perugia). 

“Gli esperti della rete Prisma coordinata dall’Istituto Nazionale di Astrofisica dopo l’analisi preliminare della meteora, che inizialmente doveva pesare circa un chilo e mezzo, hanno stabilito che dovrebbe essere caduta in un’area compresa tra le località di Lucciano (Pistoia) e Oste (Prato). Ed è lì che la cercheremo – annuncia il direttore della Fondazione Parsec di cui fa parte il Museo di Scienze Planetarie di Prato Marco Morelli – Le probabilità di trovare in breve tempo un oggetto così piccolo sono molto basse, ma dopo il fortunato ritrovamento di Cavezzo del 2020 ci speriamo tutti”. 

Nel gennaio 2020 infatti Dario Gaddi, grazie alla sua cagnetta Pimpa, trovò nella campagna di Carpi la meteorite segnalata anch’essa dalla rete Prisma, che oggi è ospitata “dal Museo di Scienze Planetarie. La rete di sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera Prisma l’ha affidata al Museo in quanto repository, cioè struttura riconosciuta dalla Meteoritical Society per accogliere questi straordinari campioni. La rete Prisma intercetta nel cielo italiano bolidi che potenzialmente possono arrivare al suolo una-due volte l’anno. Viaggiano a velocità estreme, fino a 72 chilometri al secondo, e a contatto con l’atmosfera si scaldano e diventano incandescenti a causa del fortissimo attrito. 

Alla Fondazione Parsec l’allerta è cominciata ieri con le prime conferme di Prisma. Già da domani inizieranno le ricerche sul campo e martedì ci sarà una riunione operativa per organizzare l’esplorazione al suolo attraverso un’APP che permetterà di tracciare le zone già setacciate. Intanto i sindaci di Montemurlo e Quarrata – due dei Comuni coinvolti dall’area delle ricerche – hanno già assicurato la loro disponibilità a collaborare. 

“Sono sicuro che molti appassionati astrofili si uniranno alle ricerche, ogni aiuto è prezioso. Ma chiunque dovesse trovare una piccola pietra con le caratteristiche di una meteorite, un sasso ricoperto da una patina scura e con gli angoli smussati, deve subito avvertirci, magari inviando una foto – prosegue Morelli – Mi preme sottolineare che il valore commerciale delle meteoriti è molto basso rispetto a quello scientifico”. 

Le meteoriti infatti sono vere e proprie miniere di informazioni sul nostro universo e sulla sua evoluzione. Chi trovasse o pensasse di averne trovata una, non deve toccarla con le mani, ma fotografarla e chiamare il Museo di Scienze Planetarie al numero 335 8486580 o inviare una mail a info@museoscienzeplanetarie.eu oppure a prisma_po@inaf.it. 

(Adnkronos)