Quarantena covid positivi confermata: cosa dicono Lopalco, Bassetti, Gismondo, Andreoni

(Adnkronos) – Quarantena di 7 giorni confermata per i postivi al covid. Dal 1 aprile, quindi, le regole che riguardano i contagiati non cambieranno. Una decisione, questa, che divide gli esperti. Ecco cosa dicono Lopalco, Bassetti, Gismondo e Andreoni sul tema.
 

“L’isolamento di un positivo a Sars-CoV-2 è una misura minima da conservare. E’ più che condivisibile dunque il mantenimento della quarantena di 7 giorni per i positivi anche dopo il primo aprile”, dopo la fine dello stato di emergenza Covid, sostiene all’Adnkronos Salute l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all’Università del Salento. “Quella che stiamo attraversando – ribadisce l’esperto – è una seconda ondata di Omicron, più lieve rispetto alla prima. Non vedo nessun tipo di sorpresa nell’andamento della circolazione virale. Possiamo quindi gestirla bene con mezzi ordinari. E tra questi, in primis – precisa – c’è l’isolamento dei positivi”. 

La conferma della quarantena di 7 giorni per i positivi anche dopo il primo aprile “è una decisione di pancia che non ha nessuno fondamento: una misura uguale per tutti” stabilita a priori, “è una modalità che si faceva al Lazzaretto di Venezia nel 1400 quando la quarantena durava 40 giorni”, sottolinea invece all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. “Si sta riproponendo anche dopo la fine dello stato d’emergenza una misura che non serve – aggiunge Bassetti -, il ritorno in comunità dopo la positività deve avvenire dopo un tampone negativo e questo può accadere anche dopo due giorni di isolamento”. 

“Purtroppo nel mondo, malgrado ci sia la stessa pandemia, si va in ordine sparso” nel modo di gestirla. Relativamente alla quarantena per i positivi a Covid-19, ad esempio, i 7 giorni confermati in Italia sono “un buon intervallo di tempo precauzionale. Ma se andiamo sul sito dei Cdc americani i giorni diventano 5 e, se facciamo un giro sui siti dei ministeri della Salute dei vari Paesi europei, troviamo altri intervalli di tempo ancora. In ogni caso, ritengo che 7 giorni siano una giusta misura di compromesso”, il parere affidato all’Adnkronos Salute di Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, dopo la precisazione del ministero della Salute. 

“Nel caso di positivi al Covid, 7 giorni di isolamento possono essere sufficienti. Se uno potesse fare una distinzione tra asintomatici e sintomatici si potrebbe anche azzardare che dopo tre giorni di assenza di sintomi potrebbe finire l’isolamento. Ma è molto complesso e in questa fase è giusto avere una misura unica valida per tutti. Ho solo il dubbio che in queste settimane di forte diffusione di Omicron 2, di riduzione dei tamponi a livello nazionale, c’è la sensazione generale che si sia meno attenzione alla diagnosi di Covid. Così questa quarantena di 7 giorni potrebbe essere un goccia nel mare di numeri che sono solo punta dell’iceberg”, spiega quindi all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma. “L’invito che faccio e che spero venga seguito sempre e non solo in questo periodo ancora pandemico ma negli anni avvenire – aggiunge Andreoni – è di essere molto responsabili. Ogni cittadino deve sapere che le misure anti-Covid, ormai bene conosciute, vanno messere in pratica quando ci sono situazioni a rischio”. 

Anche dopo l’entrata in vigore, il primo aprile, delle nuove regole anti-Covid successive alla fine dello stato d’emergenza – ha chiarito il ministero della Salute – sull’isolamento dei contagiati da Sars-CoV-2 varrà quanto previsto dalla circolare ministeriale del 4 febbraio scorso: i positivi dovranno aspettare 7 giorni (10 se non vaccinati) prima di fare un tampone, test che dovrà essere negativo per poter porre fine alla quarantena. 

(Adnkronos)