Superbonus 110 cessione crediti, cosa succede ai lavori in corso: chi può ancora usarlo

Per i lavori di ristrutturazione edilizia non ancora iniziati l’indicazione è chiara. Non essendo più possibile la cessione dei crediti, stop agli sconti in fattura grazie al Superbonus 110%. Da oggi, restano tutte le forme di bonus, incluso il 110, ma solo nella forma di detrazione di imposta. Quindi, si possono fare i lavori, ottenendo però il bonus solo negli anni, attraverso un abbattimento delle imposte da pagare.

Ma cosa succede ai lavori in corso? Per rispondere è necessario partire dal testo del provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri, e già pubblicato in Gazzetta ufficiale: sono esclusi dalle novità introdotte gli interventi già avviati. Il testo ridisegna la platea di chi potrà ancora cedere i bonus fiscali. La data chiave è il 16 febbraio. “A decorrere dalla data di entrata in vigore (il 17 febbraio, ndr) del presente decreto, in relazione agli interventi di cui (…) non e’ consentito l’esercizio delle opzioni di cui all’articolo (…)”. Sono, appunto, le opzioni che riguardano la cessione dei crediti e lo sconto in fattura.

“Le disposizioni di cui al comma 1 non si applicano alle opzioni relative alle spese sostenute per gli interventi (…), per i quali in data antecedente a quella di entrata in vigore del presente decreto: a) per gli interventi diversi da quelli effettuati dai condomini risulti presentata la Cila, comunicazione di inizio lavori asseverata (…); b) per gli interventi effettuati dai condomini risulti adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori e risulti presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila)”.

In sintesi, per chi ha già presentato la Cila, la Comunicazione di inizio lavori, non cambia nulla. I condomini, oltre alla Cila, dovranno aver già presentato anche la delibera assembleare con cui è stata approvata l’esecuzione dei lavori. Al contrario, chi stava per iniziare i lavori ma non ha ancora presentato la Cila, o chi ha solo pianificato i lavori, si trova di fronte a una scelta secca: o si ferma o paga, anticipando quello che il bonus potrà restituire con le detrazioni.

Il Consiglio nazionale degli ingegneri ha evidenziato come il decreto rischi di “generare uno shock di notevoli proporzioni tenuto conto del numero consistente di cantieri che si stanno ancora aprendo e del livello estremamente elevato di crediti pregressi incagliati”. Il decreto legge, infatti, impedisce anche con effetto immediato le operazioni di acquisto di crediti da parte di Regioni e altri enti pubblici. “Ai fini del coordinamento della finanza pubblica, le pubbliche amministrazioni di cui (…) non possono essere cessionari dei crediti di imposta derivanti dall’esercizio delle opzioni di cui (…)”.

(Adnkronos)