Università Milano-Bicocca inaugura anno accademico con presidente Mattarella

Il futuro dell’Università di Milano-Bicocca sarà all’insegna della sostenibilità, dell’inclusività e dell’innovazione. A delineare le prossime strategie dell’ateneo è stata la rettrice Giovanna Iannantuoni, durante l’inaugurazione dell’anno accademico 2021-2022, avvenuta questa mattina alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – prima volta di un Capo dello Stato a Milano-Bicocca -, della ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa e del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Ad introdurre la cerimonia è stata la ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa. 

“Oggi le università, più di ogni altra istituzione, sono invitate a ripensare se stesse in una prospettiva futura capace di interpretare la complessità e i cambiamenti che investono il mercato del lavoro, l’ambiente, la qualità della vita oltre alla stessa ricerca e alla didattica- ha detto il ministro –. E’ indispensabile per ciascun ateneo cambiare prospettiva e liberarsi di tutte le zavorre che schiacciano e impediscono di esprimersi compiutamente, zavorre non solo normative, ma anche comportamentali, un insieme di rigidità che ingessano: dai settori disciplinari ai modelli organizzativi, dall’autonomia autoreferenziale alle modalità di reclutamento, dai servizi alla parcellizzazione dell’offerta didattica”. Ha aggiunto Messa: “Potenzieremo, attraverso nuove assunzioni, il capitale umano negli atenei e negli enti di ricerca: prevediamo entro il prossimo quinquennio di attivare, in maniera progressiva, nuove assunzioni per riportare il rapporto studenti docenti in linea con la media europea. Interverremo sulle infrastrutture materiali, affinché possano essere adeguatamente qualificate in termini di ecosostenibilità e fruibilità. Agiremo sul contesto normativo per renderlo integrato e coerente con gli strumenti da attivare: dalle norme sul pre-ruolo alle lauree abilitanti fino alla riforma degli ordinamenti didattici e dell’edilizia universitaria”. 

E’ stato poi il momento dell’intervento della rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni: “Il futuro è innovazione e l’innovazione è ricerca – ha affermato -. Un Paese che investe nella ricerca è in grado di utilizzare al meglio la grande opportunità che viene dalle risorse del Pnrr. Siamo dinanzi a una sfida epocale. Alle università spetta il compito di contribuire a definire piani strategici per realizzare una crescita sostenibile in Italia e nel mondo. E Milano-Bicocca è pronta a questa sfida”. Sfida che l’ateneo milanese ha già raccolto, avviando una nuova fase di transizione, all’insegna della sostenibilità, dell’inclusività e dell’innovazione. Una transizione ‘rivoluzionaria’ quanto quella che negli anni ‘90 trasformò Milano-Bicocca da quartiere operaio in quartiere universitario. 

“Il nostro Campus oggi diventa un laboratorio all’aperto -ha spiegato Giovanna Iannantuoni – in cui biologi, biotecnologi, chimici, economisti, fisici, geologi, giuristi, informatici, matematici, medici, pedagogisti, psicologi, scienziati dei materiali, sociologi, statistici mettono a disposizione le proprie competenze per un nuovo progetto educativo e di ricerca”.  

La rettrice Iannantuoni ha poi fatto il punto sullo stato dell’arte dell’Università: un ateneo impegnato, nell’ambito della ricerca, in 326 progetti in corso – nazionali e internazionali – per un finanziamento di oltre 120 milioni di euro. Un esempio è il ruolo di Milano-Bicocca nel programma quadro Horizon 2020 e in quello successivo Horizon Europe, con 137 progetti per un finanziamento di 45 milioni di euro. Inoltre, l’ateneo ha oltre 800 laboratori di ricerca con apparecchiature all’avanguardia che superano il valore di 40 milioni di euro. Un’attività riconosciuta a livello internazionale: secondo il ‘Citations per Faculty – index’ del ranking Qs, l’Università è prima in Italia per impatto della ricerca prodotta.  

Sul fronte della didattica, la rettrice ha richiamato l’attenzione della platea sull’attrattività dei corsi di studio: il 50 per cento degli studenti iscritti alle lauree magistrali proviene da altre regioni o dall’estero. E quest’anno nel corso di Medicina e chirurgia è entrato uno studente su 27. Per quanto riguarda il placement, a dodici mesi dal conseguimento della laurea triennale, il tasso di occupazione è dell’82,1 per cento, superando di quasi 13 punti percentuali la media nazionale.  

Nell’ambito dell’inclusività e del diritto allo studio, Milano-Bicocca, per ridurre le disuguaglianze e le disparità di accesso all’istruzione universitaria, ha attuato un’intensa azione culturale e lo sviluppo di servizi innovativi, generando un incremento nel numero delle studentesse e degli studenti con disabilità e Dsa che si è quintuplicato negli ultimi dieci anni, e che rappresenta oggi il 3 per cento della totalità della popolazione studentesca.  Inoltre, l’ateneo, ha erogato oltre 3.500 borse per il diritto allo studio, finanziate sia con risorse della Regione e del Ministero sia, per circa 2 milioni di euro, a carico del proprio bilancio. E ha previsto ulteriori borse di studio di ateneo investendo un milione di euro l’anno. Infine, in risposta alla crisi economica dovuta alla pandemia, ha varato un piano straordinario da 8,5 milioni di euro, fornendo a proprie spese le schede SIM e i router per gli studenti che ne erano sprovvisti ed aiutando economicamente le famiglie più fragili, in particolare quelle degli studenti fuorisede.  

All’intervento della rettrice ha fatto seguito quello di Filippo Cucchetto, presidente del Consiglio degli Studenti dell’ateneo. Quindi ha preso la parola Piero Madau, professore del Department of Astronomy & Astrophysics, University of California Santa Cruz, che nella sua lectio magistralis dal titolo ‘The emergence of our complex Universe’ ha ricordato l’imminente lancio del James Webb Space Telescope, progetto per il quale anche i ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca hanno dato e daranno il loro contributo. “James Webb Space Telescope, il telescopio spaziale più grande, potente e tecnologicamente più avanzato mai costruito verrà lanciato il 18 dicembre di quest’anno – ha osservato Piero Madau – dopo una gestazione durata 25 anni.  

Costato circa 10 miliardi di dollari, il telescopio Webb è così grande che deve essere piegato come un origami per adattarsi al razzo Ariane 5 dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) che lo lancerà. Webb aprirà una nuova era per l’osservazione delle profondità del cosmo, è infatti progettato per osservare nell’infrarosso e studiare le galassie più lontane dell’Universo, la nascita delle prime stelle e dei primi buchi neri. Ma Webb studierà anche i pianeti in orbita attorno ad altre stelle alla ricerca di molecole organiche complesse, i mattoni della vita”.   

(Adnkronos)