Cronaca - 22 gennaio 2025, 10:04

Vertenza Eni Versalis,Cgil: "pietra tombale sulla chimica di base. A rischio il sito di Mantova"

Vertenza Eni Versalis,Cgil: "pietra tombale sulla chimica di base. A rischio il sito di Mantova"

ROMA - “Non è una transizione verso una produzione sostenibile, ma una dismissione che determinerà un aumento complessivo delle emissioni di CO2”: questo l'allarme per la chimica di base lanciato dalla Filctem Cgil durante una conferenza stampa che si è tenuta a Roma durante la quale la confederazione e la categoria, assieme a una folta delegazione di sindacalisti dei siti coinvolti dalla crisi Versalis, hanno fatto il punto sull’operazione di dismissione decisa dall’Eni e la conseguente ripercussione su un settore strategico per tutto il paese. A Mantova il tavolo con l'assessore regionale Guido Guidesi è fissato per il prossimo 7 febbraio alle 9 a Palazzo di Bagno.

“Ricordiamo che, tra diretti e indotto, nei siti di Brindisi, Priolo e Ragusa sono coinvolte oltre 20 mila persone, e che a cascata sono in bilico tutti gli altri stabilimenti di Versalis a Ferrara, Ravenna, Mantova, Porto Marghera e Porto Torres. Attendiamo la convocazione del tavolo politico annunciato dal Governo, in quell’occasione saranno presenti davanti al Mimit anche le lavoratrici e i lavoratori per difendere il loro futuro" - hanno dichiarato il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario generale della Filctem Cgil Marco Falcinelli durante la conferenza stampa.

TAVOLI DI CONFRONTO

“Per affrontare una vertenza di questo tipo, con un’azienda partecipata che opera in settori strategici e con produzioni indispensabili per tutto il sistema industriale nazionale, costruiremo momenti di incontro collettivi in cui vogliamo coinvolgere le istituzioni locali e i parlamentari eletti sul territorio, per discutere delle conseguenze disastrose che la chiusura dei Cracking di Eni Versalis produrrebbe. Dobbiamo scongiurare che si determinino”.- ha detto Gesmundo. 

IL TAVOLO MANTOVANO

L'obiettivo del 7 febbraio è quello di focalizzarsi sulla situazione del sito di Mantova con un confronto tra l'azienda, la Regione, la Provincia, e le parti sindacali per affrontare e chiarire tutte le tematiche legate al futuro dello stabilimento. Regione Lombardia aveva ricevuto ampie garanzie da Versalis sul piano industriale per Mantova che non cambierà nulla dal punto di vista dell’occupazione, degli investimenti per lo stabilimento e il centro ricerche e della strategicità del sito, ma visto la situazione degli stabilimenti di Brindisi Brindisi, Priolo e Ragusa.

GLI INIZI DELLA CRISI

A fine 2024 il primo incontro al Mimint per la situazione della Sicilia, mentre il 9 gennaio quello relativo all'area industriale di Brindisi sede di uno dei siti che l’Eni intende spegnere entro aprile 2025.

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

“L’Italia – ha spiegato il segretario generale della Filctem Cgil Marco Falcinelli durante la conferenza stampa - sta uscendo da un mercato in crescita, condannandosi alla dipendenza estera, in un momento in cui la domanda di etilene a livello globale è in aumento del 5% annuo. Una scelta scellerata sul piano sociale, ambientale ed industriale. Senza tenere conto che l’Europa ha deciso di tassare i prodotti importati da extra UE sulla base dell’impronta carbonica generata, producendo un aumento del loro costo che verrà scaricato sull’insieme delle imprese italiane”.

Sul piano produttivo e sociale le conseguenze sono potenzialmente catastrofiche: “ L’80% dei prodotti della chimica di base vengono utilizzati in altri settori –spiega Falcinelli- senza contare che ci sono a rischio non solo 8mila i lavoratori diretti, ma anche, per ogni addetto della chimica, altri tre che sono impiegati nell’indotto. Quindi stiamo parlando di un bacino potenziale di 24mila lavoratori a rischio”.

FORATTINI, INTERROGAZIONE PARLAMENTARE: "NON STAREMO A GUARDARE"

“Emerge in tutta la sua gravità un problema che riguarda il Paese intero, non solo le regioni interessate alle chiusure.” Teme un pericoloso effetto domino Antonella Forattini, deputata Pd, che questa mattina a Roma ha preso parte alla conferenza stampa indetta da Filtem e Cgil nazionale per denunciare i rischi che corrono il comparto chimico e le filiere collegate alla luce delle scelte del Governo e di Eni. “Dismettere la chimica di base in Italia significa dismettere tutte le produzioni che da essa dipendono e soprattutto significa creare un rapporto di dipendenza da altri paesi per la fornitura delle materie prime, con tutto ciò che ne consegue. A sostegno della vertenza presentata dai sindacati, abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare alla quale ancora non è stata data risposta. Oggi chiederemo che il Ministro Urso venga con urgenza a relazionare in aula sul piano di dismissione di Eni. Non assisteremo passivamente, come sta facendo il Governo, alla perdita di asset strategici per il Paese. D’altra parte, questo è il Governo che, a fronte dell’ennesimo calo di produzione industriale, ha tagliato le risorse per le politiche industriali da 5,8 a 1,2 miliardi nel 2026. Di fronte a uno scenario mondiale completamente modificato, è limitata e inadeguata la scelta del Governo di fare cassa: serve una strategia di lungo periodo che rimetta al centro la manifattura, scongiurando la perdita delle nostre produzioni” conclude Forattini.

 

 

 

 

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