MANTOVA - Tea risponde a Greenpeace in merito all'indagine pubblicata ieri dalla ONG in merito alla presenza dei PFAS nelle acque potabili italiane. Fra i 260 campioni dello studio, ve ne era uno prelevato da una fontana pubblica di Suzzara, nel quale era stata rilevata la presenza di PFOA (acido perfluoro-ottanoico) più alta della Lombardia (9.9 ng/l), comunque il valore complessivo di PFAS (11,7 ng/l) non eccedeva i limiti stabiliti.
L'organizzazione inoltre lamentava la "scarsità di controlli da parte delle istituzioni" su questo tema. E la doverosa precisazione della multiutility mantovana non è tardata ad arrivare, smentendo di fatto la versione di Greenpeace sull'assenza di monitoraggio, per quanto le compete: "AqA, gestore del servizio idrico in una vasta area del territorio mantovano - si legge in una nota -, ricorda che già nel 2019 ha avviato il monitoraggio sulla presenza di tali sostanze nella rete in gestione per verificare che non ci siano contaminazioni che coinvolgano la falda profonda da dove l’acqua viene prelevata. Nel 2024, inoltre, la Società si è dotata di una strumentazione analitica complessa per poter analizzare questi parametri all’interno del proprio laboratorio accreditato".
Tea prosegue entrando poi nello specifico, riguardo la presenza o meno nelle sostanze in questione nell'acqua potabile mantovana: "Lo scorso anno, in particolare, sono stati analizzati i PFAS in 231 campioni: 123 da acqua potabile e 108 prelevati nelle falde che alimentano i pozzi di approvvigionamento potabile. Di ogni campione sono stati controllati sia i singoli PFAS che la somma di PFAS come indicato nella normativa di riferimento che entrerà in vigore nel 2026. In nessuno dei campioni analizzati è stata rilevata la presenza di questi composti. L’assenza di PFAS è dovuta al fatto che le falde dalle quali viene effettuato l’approvvigionamento idrico sono profonde e protette da strati superficiali impermeabili che preservano le acque da eventuali contaminazioni superficiali".
ECCO DOVE TROVARE I MONITORAGGI DI AQA
"Da gennaio 2025 i dati relativi a questi parametri sono pubblicati, comune per comune, sul sito aqamantova.it, alla voce qualità dell’acqua, al fine di garantire un’informazione puntuale e trasparente ai cittadini. Nello specifico, la tabella, oltre ai vari parametri analizzati, riporta la voce “Somma di PFAS”: per comodità di lettura non vengono evidenziati i singoli componenti, ma tutti i PFAS indicati nella normativa sono stati ricercati e sono risultati assenti".
"Come sottolineato, la normativa sulle acque destinate al consumo umano, prevede limiti specifici a partire dal 2026 per i singoli PFAS e per il parametro somma di PFAS, ed entrambi questi limiti sono ampiamente rispettati nel campione prelevato presso la fontana di Suzzara riportata nello studio.
Si ricorda altresì che ATS Valpadana - ente preposto al controllo della qualità dell’acqua distribuita attraverso i nostri acquedotti - effettua controlli in autonomia su tutto il territorio in gestione e non ha evidenziato nulla in merito a questi parametri.
L’acqua distribuita attraverso la rete pubblica è sicura e controllata, con grandissima attenzione, serietà e professionalità, da AqA in tutte le fasi del ciclo idrico".