MANTOVA - Niente più della salvezza: le parole di mister Davide Possanzini, nella conferenza prima di Modena-Mantova, sono state in un certo senso profetiche. Il tecnico aveva avvertito su quale fosse l'obiettivo primario, e da tenere bene a mente, per i biancorossi: quello della permanenza in categoria. La squadra gioca, mantiene sempre un grande possesso palla, ma ancora non è pronta per la lotta play off. Dunque: meglio concentrarsi sul traguardo veramente importante, quello del mantenimento della categoria, anche se è vero che l'ottavo posto, l'ultimo utile per gli spareggi promozione, dista soltanto due punti. Paradossi di una classifica molto corta, in un campionato equilibratissimo, nel quale però la prima preoccupazione dev'essere quella di guardarsi alle spalle.
A Modena si sono palesati, anche oltre i reali demeriti, alcuni dei difetti di questa squadra, che subisce gol in diversi casi evitabili. L'atteggiamento naturale della squadra porta a prendere determinati rischi, e questo è arcinoto. Però le 10 reti subite nelle ultime 5 gare, hanno pesato parecchio e non sono state accompagnate da un cinismo altrettanto puntuale in zona gol, dove la mole di occasioni è sempre notevole, ma la percentuale realizzativa resta bassa rispetto a quanto creato.
Il finalizzatore si è pure trovato, quel Leo Mancuso che ad inizio campionato sembrava un oggetto misterioso, ma che nel 2025 è tornato un vero killer sottoporta. Tuttavia, la priorità è acquisire una maggiore compattezza difensiva, alla vigilia di un match, quello del Martelli col Sassuolo di sabato alle 15, che si preannuncia anche più complicato, sulla carta, di quello col Modena. Arriverà a Mantova la capolista, forte di 55 punti conquistati e 10 gol nelle ultime 4 gare. Il vantaggio sulla zona calda si è assottigliato a 3 punti, dunque il margine è risicato. D'altro canto, la squadra di Possanzini ha saputo più di una volta ritrovare la verve nei momenti apparentemente più complicati: speriamo sia così anche stavolta.
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