MANTOVA – Venerdì 2 luglio, alle ore 17, nella sede Cgil Mantova (via Altobelli, Sala Enore Motta), organizzato da CGIl e il Coordinamento donne SPI e la FP di Mantova, si terrà un incontro sul tema “Medicina di genere e consultori: quali sono oggi le risposte ai bisogni di salute delle donne?”.
Si tratta di un incontro sulla medicina di genere e i consultori familiari pubblici istituiti per legge nel 1975 e negli ultimi anni inesorabilmente diminuiti con ripercussioni sui servizi offerti alle persone che vi accedono. In particolare in seguito alla Legge 194 del 1978 sull’interruzione volontaria della gravidanza, ai consultori familiari pubblici è stato affidato un ruolo centrale per la tutela della salute della donna e per il sostegno a una procreazione libera e consapevole. Interverranno: Daniela Mantovanelli, Presidente dell’Ordine della professione ostetrica della provincia di Mantova, Merida Madeo, Responsabile del Coordinamento Donne Spi Lombardia e Monica Vangi, Segretaria CGIL Lombardia. L’incontro sarà introdotto da Donata Negrini della segreteria CGIL di Mantova.
L’incontro può essere seguito anche in remoto collegandosi al seguente link: http://www.sincgil.it/#/bigBlueButtonJoin/f176829a-9258-4851-b8cc-84a70727c08d/nxt
Il tema
Ai consultori familiari pubblici, a partire dalla loro costituzione con la legge 405 del 1975 e in seguito con la legge 194 del 1978 sull’interruzione volontaria della gravidanza, è stato affidato un ruolo centrale per la tutela della salute della donna e per il sostegno a una procreazione libera e consapevole.
Negli ultimi anni, tuttavia, abbiamo assistito ad una diminuzione progressiva dei consultori pubblici, con la riduzione del personale e conseguentemente dei servizi offerti, e con un ulteriore aggravamento della situazione nell’ultimo anno e mezzo, a causa delle ben note restrizioni per la pandemia.
Gli effetti diretti sulle donne sono stati evidenti e decisamente negativi, in particolare su minorenni, straniere, persone in condizioni economiche precarie, che si sono trovate ulteriormente penalizzate dalla necessità di spostarsi anche a grandi distanze da casa per accedere alle prestazioni.
Contemporaneamente alla carenza dei consultori pubblici, la salute delle donne viene messa a rischio dalla mancanza di una prospettiva di genere nelle diagnosi e nelle terapie, a causa di una ricerca medica incentrata sull’uomo, sottovalutando le differenze biologiche e fisiologiche, ma anche sociali e culturali, fra uomini e donne.