Guarini (Fisascat): “Su difficoltà a trovare personale pesa rdc ma anche qualità del lavoro offerto”

“Che si faccia fatica a cercare personale può anche essere vero, ma non è tutta colpa del reddito di cittadinanza. I lavoratori stagionali, siccome sono precari, se trovano delle occasioni o delle alternative offerte, anche in situazioni pandemiche come quella che stiamo vivendo, le colgono”. Lo dice all’Adnkronos/Labitalia il segretario generale della Fisascat Cisl, Davide Guarini. “Purtroppo – ammette – nel settore del turismo stagionale c’è un problema di fondo: innanzitutto, la qualità del lavoro che viene proposto. A volte vengono proposti dei part time per risparmiare sui contributi e sui vari istituti differiti della contrattazione e in molti casi al lavoratore viene chiesto di lavorare tante ore al giorno, sicuramente retribuite su forme però che noi non possiamo certo condividere”.  

“Un altro aspetto – avverte – è legato a quanto questi lavoratori vengono occupati ogni stagione. Purtroppo, dal 2015 con la modifica della Naspi e con il superamento della disoccupazione Miniaspi, i lavoratori ogni anno si vedono ridurre notevolmente l’indennità di disoccupazione che percepiscono nel periodo di fermo. Questo disaffeziona completamente quei lavoratori che hanno investito sul lavoro stagionale, vuoi costretti vuoi anche per la qualità della vita, perché non è più remunerativo e non riesce, tra l’altro, sul piano previdenziale a dare quella sicurezza di avere la copertura dei contributi per tutto l’anno, facendo una stagione lavorativa abbastanza consistente. C’è poi un investimento verso la qualificazione che va fatta sempre di più nel settore con la valorizzazione delle qualifiche che vanno messe in campo, spesso con investimenti che tardiamo a realizzare”.  

“La proposta di Bonomi – dice in merito alla proposta avanzata dal presidente di Confindustria sul cumulo del reddito di cittadinanza con il reddito di lavoro stagionale – è da tenere assolutamente in considerazione. Questo – fa notare – lo si fa con l’ammortizzatore sociale: quando si è in presenza di ammortizzatore sociale, se non si ha la prospettiva di avere un lavoro stabile, si sospende l’ammortizzatore sociale, si lavora e poi si riprende l’ammortizzatore sociale. Se il reddito di cittadinanza può essere considerato una sorta di ammortizzatore sociale di aiuto in attesa di occupazione, ritengo che tutto quello che può incentivare la possibilità di lavorare, il reddito che può essere ricondotto a lavoro stagionale che non superi una certa cifra, quindi un rapporto di lavoro di un mese due mesi, debba essere non tenuto in considerazione ai fini Isee per poter avere diritto al reddito di cittadinanza”. 

“Se il tema – sottolinea il leader sindacale – è che non ci sono stagionali perché poi perdono il diritto del reddito di cittadinanza, ritengo che questa sia un’operazione che, insieme alle istituzioni preposte, possa essere certamente da valutare. Ritengo sia necessario trovare delle soluzioni che portino a dire che il reddito di cittadinanza non è un problema”. 

 

(Adnkronos)