Per il vaccino anti-Covid di Moderna un’efficacia del 93 che dura per 6 mesi dopo la seconda dose. E’ il dato che emerge dall’analisi finale dei risultati dello studio Cove di fase 3, comunicati dall’azienda americana nell’ambito della presentazione degli aggiornamenti aziendali e dei risultati finanziari del secondo trimestre 2021.
Un capitolo è dedicato anche alle varianti e l’azienda ha anche spiegato che “risposte anticorpali robuste” contro importanti varianti di preoccupazione del coronavirus, Delta compresa, sono state osservate per i 3 candidati richiami vaccinali attualmente in fase 2 di sperimentazione da parte di Moderna. In uno studio di fase 2, riferisce Moderna, è stata valutata la vaccinazione con 50 microgrammi di 3 diversi candidati ‘booster’. Le solide risposte anticorpali sono state osservate sia contro il ceppo D614G del coronavirus pandemico, sia contro le varianti di preoccupazione principali, tra cui la brasiliana Gamma (P.1), la sudafricana Beta (B.1.351) e l’indiana Delta (B.1.617.2). I candidati al richiamo includevano sia una dose booster dell’attuale vaccino, sia i due prodotti sperimentali mRna-1273.351 e mRna-1273.211. I livelli di anticorpi neutralizzanti dopo il richiamo si avvicinavano a quelli osservati dopo la vaccinazione primaria con 2 dosi da 100 microgrammi di mRna-1273, cioè dell’attuale vaccino Moderna. Questi dati sono stati sottoposti a una rivista peer-reviewed per la pubblicazione, sottolineano dalla società.
Moderna ha ricevuto l’autorizzazione emergenziale per l’uso del suo vaccino negli adulti dagli enti regolatori di più di 50 Paesi e l’elenco di uso d’emergenza dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), nonché il via libera all’uso negli adolescenti dai 12 anni in su, in Ue e Giappone. Il 1 giugno la società ha avviato il processo per ottenere l’autorizzazione completa e definitiva al vaccino negli Usa (Bla, Biologics License Application) e si aspetta di completare l’iter di presentazione entro agosto. Nel frattempo, Moderna sta lavorando anche con altri enti regolatori per l’autorizzazione o approvazione del prodotto in altre giurisdizioni.
Intanto, l’azienda ha completato l’arruolamento ed è in corso lo studio di fase 1 per un vaccino Covid di nuova generazione (mRna-1283) potenzialmente stabile in frigorifero, qualità che potrebbe facilitare la distribuzione e la conservazione. In questo candidato vaccino di nuova generazione (che codifica per le porzioni della proteina Spike di Sars-CoV-2 cruciali per la neutralizzazione, in particolare il Rbd e Ntd), l’antigene codificato è più corto di quello dell’attuale vaccino mRna-1273. Le sue caratteristiche potrebbero agevolare la ‘logistica’ di questo prodotto e anche la somministrazione da parte degli operatori sanitari, spiega l’azienda.
“Sono orgoglioso dei progressi dei nostri team”, ha commentato Stéphane Bancel, Ceo di Moderna. “Ora abbiamo candidati mRna in studi clinici in 5 aree terapeutiche, tra cui malattie infettive, cardiovascolare, oncologica, malattie rare e malattie autoimmuni. Siamo lieti che il nostro vaccino Covid mostri un’efficacia duratura del 93% per 6 mesi, ma riconosciamo che la variante Delta è una nuova significativa minaccia, quindi dobbiamo rimanere vigili”.
Guardando al futuro, Bancel aggiunge: “Abbiamo iniziato a preparare studi in fase avanzata per il nostro vaccino antinfluenzale e per quello contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv), che ha ricevuto la designazione rapida dalla Fda pochi giorni fa, e guardiamo avanti alla nostra visione di una singola dose di richiamo annuale che fornisca protezione contro Covid, influenza e Rsv per gli adulti. Crediamo che questo sia solo l’inizio”.