La lotta di liberazione dal nazifascismo a Mantova passò anche dall’impegno e dall’azione di diversi sacerdoti, ad iniziare da don Costante Berselli, don Aldo Porcelli e del gruppo Barbano. Proprio nella casa di Mantova di don Berselli, in via Rubens 13, il 7 luglio 1944 si era costituito il Comitato di Liberazione nazionale, alla presenza degli esponenti dei partiti antifascisti.
Il loro impegno è stato ricordato questa mattina, nel 78° anniversario dell’8 settembre, dal Comune di Mantova e dall’Anpi davanti alla Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio in via Trento, dove don Berselli era parroco durante la guerra. E’ stata organizzata una cerimonia e deposta una corona di alloro su un lato ell’edificio.
In apertura ha preso la parola l’assessore comunale Iacopo Rebecchi: “Il movimento di Liberazione – ha detto – era formato anche da sacerdoti che parteciparono attivamente alla Resistenza, come dimostrano le figure che vengono rievocate oggi”.
Lo storico Carlo Benfatti ha ricostruito la vita dei due sacerdoti mantovani e del gruppo Barbano, soffermandosi in particolare sulla radio clandestina che fu installata nella canonica di San Gervasio e che serviva per trasmettere informazioni alla rete dei partigiani per contrastare i tedeschi e i fascisti. Il 2 agosto del 1944 l’impianto radio fu scoperto, quindi don Berselli fu arrestato, torturato e deportato in Germania nel campo di concentramento di Dachau. Fortunatamente tornò a Mantova vivo. Fu arrestato anche Felice Barbano, ma riuscì a scappare dal carcere di Verona, mentre don Porcelli riuscì a dileguarsi e non fu incarcerato.
Infine lo storico don Giovanni Telò, ha evidenziato che sono stati una quindicina i sacerdoti che parteciparono alla Resistenza in modo attivo e in collegamento con don Primo Mazzolari. Alla cerimonia erano presenti anche gli esponenti dell’Anpi Maria Zuccati, Luigi Benevelli e Rodolfo Rebecchi.