“Dobbiamo usare la terza dose, è ovvio”. La professoressa Ilaria Capua, direttrice dell’UF One Health Center dell’università della Florida, risponde così alle domande di In Onda, su La7. “La quarta ondata di covid oggi sta avvenendo in quelle zone d’Europa in cui il tasso di copertura vaccinale è bassissimo: Romania, Bulgaria, Russia hanno numeri bassissimi. Non possiamo paragonare” la situazione dell’Italia a quella di paesi “che non hanno applicato una strategia di vaccinazione come essenziale”.
“Guarderei il bicchiere mezzo pieno: Italia, Portogallo e Spagna hanno i tassi di copertura vaccinale più alti. Abbiamo la terza dose e la dobbiamo usare perché l’immunità cala. L’immunità resta invariata per pochissime infezioni, per la stragrande maggioranza c’è una diminuzione degli anticorpi. Il muro contro il contagio all’inizio è alto un metro e mezzo, quando si riduce e scende a 50 centimetri bisogna intervenire. Dobbiamo usare la terza dose, è ovvio”, aggiunge.
Merck e Pfizer hanno prodotto pillole anti covid che sembrano avere un’efficacia molto elevata. “Il vaccino previene. La pillola anti covid interviene dopo, quando il virus ha già iniziato a replicare. I farmaci antivirali sono efficaci nel 50-60% dei casi: non ne escono tutti e oltretutto l’organismo soffre. Il virus provoca comunque un danno ed è per questo che bisogna investire soprattutto sulla prevenzione. Certo, la pillola è un’altra risorsa”, dice Capua. “Vaccinando i bambini più piccoli si interrompe la catena del contagio e si evitano infezioni batteriche secondarie, che andrebbero trattate con antibiotici”.