Quirinale, Mattarella: “Anche Leone chiese la non rieleggibilità del presidente”

Nel messaggio inviato alle Camere “Leone ripropose la sollecitazione, già sottolineata dal Presidente Segni, di introdurre la non rieleggibilità del Presidente della Repubblica, con la conseguente eliminazione del semestre bianco”. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al Quirinale all’incontro di studio “Giovanni Leone. Presidente della Repubblica 1971-1978” nel ventesimo anniversario della scomparsa. Giovanni Leone “figura a buon titolo tra i fondatori e i protagonisti” della Repubblica.

“Credo che sia giusto rifarsi -ha affermato il Capo dello Stato- al suo discorso di insediamento come presidente della Camera nel ’55. Affermò: ‘nell’esercizio del mio mandato affidatomi non obbedirò che alla mia coscienza’. Nel corso del suo lungo impegno nei tanti ruoli di vertice nelle nostre Istituzioni è sempre stato questo il criterio delle sue scelte e la Repubblica, a venti anni dalla sua morte, lo ricorda con riconoscenza”.

“‘Ho servito il Paese con correttezza istituzionale e dignità morale’. Con queste parole il Presidente della Repubblica Giovanni Leone si congedava dagli italiani alla vigilia del ‘semestre bianco’ che avrebbe preceduto la conclusione del suo mandato. Ennesima testimonianza, ove ce ne fosse stato bisogno, dell’altissima sensibilità istituzionale che per tutta la sua vita ne aveva ispirato le scelte”.

“Nella vita di ogni comunità –e quella politica non fa eccezione– si manifestano – ha ricordato il Capo dello Stato – momenti di difficoltà, di incomprensione, di stallo, in cui la nave sembra rifiutarsi di proseguire, le macchine paiono smettere di funzionare. Questo, naturalmente, applicato alla vicenda politica può portare a conseguenze imprevedibili. Entrano in campo allora le forze della saggezza e della conciliazione per riannodare il dialogo, per far proseguire il cammino, per aprire nuovi orizzonti. Come non vedere nella figura di Giovanni Leone una di queste forze, nella sua disponibilità a soccorrere il sistema politico, le istituzioni che si trovava a servire, per superare contrasti e per consentire un ordinato democratico funzionamento delle istituzioni?”. Mattarella ha ricordato a tal proposito i brevi Governi di transizione, presieduti da Leone nelle estati del ’63 e del ’68, “necessari per consentire una evoluzione del quadro politico e la prosecuzione ordinata della vita istituzionale del Paese”.

“Anni di piombo vennero definiti quelli degli anni ’70 per i tanti episodi di terrorismo, e Leone si trovò a invocare la necessità di un ordine democratico che fosse presupposto del progresso sociale. Lo muoveva un profondo senso di legalità quella che –e riprendo un suo intervento alla Fiera di Milano nell’aprile del 1972 – ‘trova nella Costituzione repubblicana la sua più alta consacrazione e nel diritto la sua espressione’. Riprendeva così il tema della pace sociale, richiamata nel suo messaggio al Parlamento in occasione del giuramento da Presidente, il 29 dicembre 1971: ‘La pace sociale non significa rinuncia alle legittime aspirazioni e neanche alle spinte e alle sollecitazioni per farle valere: significa rinuncia al metodo della violenza e dell’intolleranza'”.

“‘Negli strumenti offerti dalla Costituzione – ha proseguito il Capo dello Stato citando il predecessore – c’è spazio per tutte le aspettative; ma c’è anche il richiamo vigoroso al rispetto delle istituzioni democratiche e alla libertà dell’individuo’. Sono parole che suonano ancor oggi di estrema attualità”. “Erano anni davvero difficili tanto che ritenne di dover tornare nuovamente sul tema in occasione della sua visita all’Assemblea della Regione Emilia-Romagna, nell’aprile del 1973. Combattere con fermezza ogni violenza, ammonì: ‘la violenza assurda e intollerabile di coloro che, con azioni nelle quali la viltà è pari alla mancanza di qualunque ideale, mirano a colpire le istituzioni repubblicane nate dalla Resistenza'” conclude.

(Adnkronos)