MANTOVA – Creare, o meglio, ricreare un laboratorio di sartoria, che coinvolga una decina di donne di diversi paesi, più o meno esperte, guidate da alcune sarte di notevole esperienza, con l’ambizioso obiettivo di aprire una start-up di moda sostenibile indipendente, fondato sui valori di etica bellezza ed ecologia.
E’ questo quanto propone il progetto Drittofilo, presentato oggi presso l’associazione industriali di via Portazzolo. Ad organizzare questa iniziativa il Cav – Centro di aiuto alla vita: “Siamo qui non per presentare la conclusione di un progetto, ma per condividere un sogno – dice la presidente del Cav Marzia Monelli Bianchi -: quello di far nascere un’impresa sociale da un’esperienza di volontariato. Abbiamo aderito alla proposta del Csv nell’ambito dei Risvegli perchè il nostro, dopo il lockdown, è stato un vero e proprio risveglio, dopo un anno di chiusura totale. Da circa 10 anni il nostro Cav organizza piccoli laboratori di cucito, con finalità essenzialmente sociali, gestito da volontarie: dapprima presso le parrocchie di Castel d’Ario e Roncoferraro, poi presso una nostra Casa di Accoglienza, a partire dal 2017 anche in uno spazio generosamente concesso dalla Caritas diocesana, in un progetto pensato e voluto insieme all’allora Direttore Giordano Cavallari. Poi, a febbraio 2020, tutto si è fermato. Fino a quando Lucia Vincenti, guarda caso sempre da Caritas, mi ha informato che c’era un gruppo di ragazze, tra cui sua figlia Noemi, che avrebbero voluto “resuscitare” il nostro laboratorio. E’ nato così il progetto Drittofilo, che fin da subito è stato proposto alla Fondazione Banca Agricola Mantovana ed accolto con molto favore. Da qui è partito lo slancio per coinvolgere una decina di donne di diversi paesi, più o meno esperte, guidate da alcune sarte di notevole esperienza”. “Siamo in fase embrionale – precisa Monelli Bianchi -, la nostra creatura è destinata a crescere se noi ci crederemo fino in fondo. Ci attende un anno di sperimentazione, in cui le risorse di BAM ci consentiranno di formare le lavoranti e ipotizzare una collezione per il prossimo anno. Nel frattempo il Comune di Mantova si è affiancato al nostro progetto inserendosi in un’iniziativa regionale di start up ecosostenibili, sostenuta da Fondazione Cariplo, che ci darà gli strumenti tecnici e organizzativi per misurarci con il mondo del profit e dare vita a una vera impresa sociale. Quindi due progetti che con modalità diverse (una più operativa e pragmatica, l’altra prevalentemente formativa) si completano per condurci a raggiungere il risultato sperato. Non dimentichiamo che la sostenibilità in campo tessile è una bella sfida e dovete essere molto prudenti quando vi propongono fibre che nascono dalla bava del ragno piuttosto che dai petali delle margherite. In realtà l’unico modo per ridurre l’inquinamento creato dall’industria tessile sta nel non sprecare tessuti (e infatti noi cerchiamo di utilizzare rimanenze offerte da Lubiam e da altre aziende), nell’evitare acquisti superflui, nel cercare prodotti di qualità che non siano da buttare dopo 6 mesi, nel riuso, nel riciclo e nel vintage. Tutte modalità che noi cerchiamo di perseguire e guideranno il nostro percorso”.
Al fianco del progetto il Comune di Mantova, ha portato i saluti dell’Amministrazione l’assessore Chiara Sortino, il quale ha dato il patrocinio, la Fondazione Banca Agricola Mantovana, main sponsor, con il presidente Alberto Arrigo Gianolio, e la Caritas presente con il direttore Matteo Amati. A presentare il progetto anche il rappresentante di CSV Francesco Molesini, la pr di Lubiam Ilaria Riva e, ovviamente le componenti il team di Drittofilo, mentre Paolo Braguzzi ha aiutato la platea a dare uno sguardo nel futuro e nella sostenibilità possibile.