L’arrivo della variante Omicron del Covid-19 torna a rendere i viaggi all’interno dell’Ue una corsa ad ostacoli, anche se, grazie al Green Pass e alle vaccinazioni anti-Covid, spostarsi è un po’ meno complicato rispetto all’inverno 2020-21, quando fioccavano le quarantene e i doppi tamponi per chi doveva muoversi nel Vecchio Continente.
I Paesi membri dell’Ue che hanno introdotto unilateralmente ulteriori restrizioni di viaggio, secondo fonti della Commissione Europea cui queste misure devono essere preventivamente notificate, sono finora nove, cui si aggiunge la Svizzera, che non è un Paese Ue ma fa parte dello Spazio Schengen ed è un importante nodo di transito per le comunicazioni nord-sud.
Le restrizioni sono tuttora in vigore, malgrado la situazione epidemiologica, sotto il profilo dei contagi, sia sostanzialmente omogenea (gran parte dell’Europa, Italia inclusa, è in rosso e rosso scuro nella mappa dell’Ecdc) e malgrado fare test stia diventando sempre più complicato in molti Paesi, Italia compresa. Ecco le restrizioni in vigore nelle nazioni europee, una per una.
AUSTRIA – Vienna richiede un test molecolare (Pcr) per tutti coloro che entrano nel Paese, fatta eccezione per chi ha ricevuto la terza dose (o la seconda per i vaccinati con Johnson & Johnson). Chi non è vaccinato e non è guarito deve fare la quarantena, come pure chi non ha fatto un test prima della partenza. Le misure si applicano fino al 31 gennaio. L’Austria ha anche dichiarato Danimarca, Paesi Bassi e Norvegia come aree in cui dominano varianti che preoccupano, ragion per cui tutti i viaggiatori provenienti da questi tre Paesi devono fare la quarantena, a meno che non abbiano ricevuto il booster o siano guariti dalla Covid-19 dopo aver terminato il primo ciclo vaccinale, e abbiano un test negativo.
BULGARIA – Dal 7 gennaio tutte le persone che vengono da zone rosse devono presentare un Green Pass e l’esito negativo di un test Pcr, fatto non più di 72 ore prima dell’arrivo. Le misure vengono riviste ogni settimana.
CIPRO – Tutti i passeggeri arrivati in aereo devono fare un test Pcr dopo l’arrivo, al costo di 15 euro ciascuno, a partire dal primo dicembre. Dal 4 gennaio, il test Pcr deve essere fatto prima e dopo l’arrivo. C’è anche un test rapido aggiuntivo che deve essere fatto entro 72 ore dopo l’arrivo per coloro che ancora non hanno fatto la terza dose. Le misure sono in vigore fino al 15 gennaio.
DANIMARCA – Il Paese che il 29 dicembre si è guadagnato i titoli della stampa internazionale pr avere il più alto tasso di infezioni al mondo (1.612 casi ogni 100mila abitanti) richiede test Pcr o rapidi prima della partenza per tutti i viaggiatori. La misura scade il 17 gennaio.
FINLANDIA – Chiede test prima della partenza per i vaccinati e per i guariti. Sono vietati i viaggi alle persone che non si sono vaccinate o non sono guarite. La Commissione è in contatto con Helsinki su questa misura, che scade il 16 gennaio.
GRECIA – Tutte le persone che arrivano devono avere un test Pcr fatto non più di 72 ore prima dell’arrivo o un test rapido fatto non oltre 24 prima. Le misure sono state prorogate fino al 24 gennaio.
ITALIA – Il nostro Paese, che registra circa 200mila nuovi positivi ogni giorno, chiede a tutti i passeggeri in arrivo dall’Ue di fare un test (Pcr non oltre 48 ore prima dell’arrivo, rapido non oltre 24 ore prima). Le persone non vaccinate devono fare una quarantena di 5 giorni. Le misure sono in vigore dal 16 dicembre e scadranno il 31 gennaio.
PORTOGALLO – Chiede a chi possiede un certificato di vaccinazione di fare un test prima di entrare nel Paese (non vale per i guariti). La misura è stata prorogata fino al 9 febbraio.
SVEZIA – Chi non è cittadino svedese deve mostrare un certificato che attesti il risultato negativo di un test all’arrivo nel Paese, a prescindere dallo Stato di provenienza, e a prescindere dal possesso di un certificato di vaccinazione o di guarigione. La Commissione è in contatto con Stoccolma su questa misura, che non prevede scadenza.
SVIZZERA – Berna ha comunicato che richiede a tutti coloro che arrivano di fare un test (Pcr 72 ore prima, rapido 24 ore prima). Per chi non è vaccinato o non è guarito, è obbligatorio un secondo test Pcr 4-7 giorni dopo l’arrivo.
La Commissione, di fronte alle misure unilaterali e disomogenee prese dagli Stati nazionali, ha un atteggiamento sostanzialmente morbido, facendo pressing sui Paesi che hanno adottato le misure più discriminatorie, come la Svezia. Di fatto, davanti ad una pandemia, l’Ue non può usare la mano pesante, consapevole che la tutela della salute pubblica è un ‘hard power’, prerogativa degli Stati sovrani e non della Commissione, cui è riservato il ‘soft power’.
L’utilità sul piano strettamente sanitario di tutte queste restrizioni appare dubbia, stando a quanto ha detto la commissaria alla Salute Stella Kyriakides nel collegio del 2 dicembre 2020, quando spostarsi in Europa era pressoché impossibile. In quella riunione la politica cipriota sottolineò che, “anche se non ci sono prove che i viaggiatori siano un fattore ad alto rischio per quanto riguarda la diffusione del virus – riporta il verbale consultato e pubblicato a suo tempo dall’Adnkronos – gli Stati membri sono nondimeno sottoposti ad una significativa pressione politica perché dimostrino che stanno adottando misure efficaci per limitarne la diffusione”.