“Stiamo procedendo con i provvedimenti disciplinari di chi ha occupato la scuola. Sono stati individuati dalla polizia solo due ragazzi: uno per la succursale ed un altro per la centrale, entrambi maggiorenni. Hanno ricevuto una sanzione simbolica, un giorno di sospensione con obbligo di frequenza, che contestano, insieme agli altri compagni del collettivo in loro difesa, poiché non sarebbero gli unici ad avere occupato. Ma io a farli passare per martiri dopo i danni subiti, non ci sto”. Così all’Adnkronos Giulia Orsini, dirigente scolastica del liceo scientifico statale Nomentano, a Roma, commenta la protesta di questa notte degli studenti contro l’Usr Lazio e la disposizione dell’Ufficio scolastico a punire gli autori delle occupazioni.
Orsini aggiunge: “mi dispiace punirne solo due, ma non intendo trasformarmi in poliziotta facendo una indagine a scuola. Tra l’altro c’è anche la questione danni che ammontano a circa 200 euro in succursale e diverse migliaia di euro in centrale ed a cui si aggiungono le spese di sanificazione costate in tutto 4 mila euro, duemila per ogni plesso”. Chiederete la restituzione? “Gli studenti della succursale hanno chiaramente detto che dei danni della centrale non ne vogliono sapere, ed in centrale si stanno organizzando per una colletta. Al massimo entro un mese sono somme che chiederemo indietro e dovranno restituirle”, risponde la Dirigente.
“Sono basita dall’atteggiamento dei ragazzi che hanno protestato questa notte contro l’Usr – prosegue – Aspettarsi che non ci siano sanzioni vuol dire essere convinti che tutto sia consentito e che ognuno possa agire liberamente come vuole, impunito. Tanto più che – aggiunge – sono somme che la scuola non ha: io ho appena comprato sanificatori dell’aria per 64 classi, a 1.000 euro l’uno! Comprendo il loro malessere, ma serve comprensione. Adesso protestano contro il fatto che le classi in sorveglianza, 20 in tutto ad oggi, potranno mangiare solo all’aperto perché in aula non si possono rispettare i due metri di distanziamento obbligatori per legge durante il pasto. Li incontrerò la prossima settimana, fermo restando che non c’è una soluzione”. Una guerra tra poveri? “Sì. Capiamo i ragazzi ma anche noi in questa pandemia lavoriamo senza fine. Non ci disconnettiamo mai. I referenti covid hanno lavorato anche a Natale. Lo facciamo perché ormai noi siamo tenuti a lavorare per le Asl oltre che per il ministero dell’Istruzione. Questo – conclude – per garantire la scuola a tutti”.