(Adnkronos) – Covid Italia, terapie intensive e ricoveri ordinari stabili a livello nazionale. Lo rilevano gli ultimi dati dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas), aggiornati alle 22.37 di ieri sera, secondo i quali l’occupazione dei posti letto di terapia intensiva, a livello nazionale, da parte di pazienti Covid nei reparti di rianimazione è da 2 giorni ferma al 16%, mentre nelle 24 ore aumenta in 5 regioni/province autonome e scende in altrettante 5.
In aumento di 1 punto percentuale nelle 24 ore ci sono Emilia Romagna (che sale così al 17%), Friuli Venezia Giulia (25%), provincia autonoma di Trento (al 28%) e Piemonte (20%), mentre l’Umbria registra un aumento di 4 punti percentuali (salendo così al 13%). In discesa, sempre di 1 punto percentuale, Basilicata (che si attesta al 5%), Calabria (15%), Liguria (16%), Marche (23) e provincia autonoma di Bolzano (10%). Tutte le altre regioni/pa restano stabili.
Al momento l’occupazione più alta si registra nella provincia autonoma di Trento al 28%, la più bassa in Basilicata al 5%.
A livello nazionale, continua ad essere stabile anche l’occupazione media da parte di pazienti Covid nei reparti di area non critica degli ospedali, che da quattro giorni è ‘ferma’ al 30%. Nelle 24 ore si registra un aumento in cinque regioni/province autonome, un calo invece in 4 aeree, mentre tutte le altre restano stabili.
Nel dettaglio, l’incremento maggiore si registra in Friuli Venezia Giulia che, con +3 punti percentuali, si attesta al 40%. Più lieve l’aumento nelle altre regioni/Pa, che vedono crescere la percentuale di occupazione dei posti letto di 1 punto: Liguria (al 39%), province autonome di Bolzano (22%) e Trento (28%) e Umbria (al 31%). Le regioni che registrano un calo, di 1 punto percentuale, sono la Sicilia (che scende al 38%) e la Toscana (al 26%). Più marcata la diminuzione per il Molise con -3 punti percentuali (20%) e per la Valle d’Aosta che registra -4 punti (al 41%).
La regione con la percentuale più alta di occupazione di posti letto Covid resta la Valle d’Aosta con il 41%, quella più bassa il Molise al 20%.