“Ringraziamo l’assessore Rolfi per l’attenzione con cui guarda a questa problematica – continua la Coldiretti Lombardia – testimoniata da questa ulteriore misura. La situazione nelle nostre campagne è ormai insostenibile in varie aree – continua la Coldiretti regionale – I cinghiali stanno mettendo a rischio la tenuta stessa delle aziende agricole, a causa delle devastazioni che provocano alle colture in campo: dal fieno, la cui qualità è compromessa dall’andirivieni di questi animali sui prati, al mais, le cui semine vengono decimate se non azzerate; dalle patate ai piccoli frutti che sono ricercati come cibo. Non vengono risparmiati neanche il riso, schiacciato dai loro zoccoli, o le vigne dove le piantine più piccole vengono sradicate mentre il frutto maturo viene mangiato. Danni si registrano anche negli uliveti – spiega la Coldiretti Lombardia – con i cinghiali che scavano vicino alle radici delle piante, pregiudicandone la tenuta. Questi animali – continua la Coldiretti – sconvolgono l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico e non risparmiano i muretti a secco, la cui arte è stata riconosciuta dall’Unesco patrimonio immateriale dell’Umanità”.
“Senza dimenticare – continua la Coldiretti Lombardia – il pericolo per la sicurezza delle persone sulle strade e nei centri abitati, oltre al rischio di diffusione di malattie come dimostrato dai primi casi di peste suina africana (PSA) riscontrati su cinghiali in Piemonte e Liguria ma anche in Germania, Belgio e Paesi dell’Est Europa, che rappresentano un grave campanello d’allarme per i nostri allevamenti di maiali. La Peste Suina Africana – precisa la Coldiretti – può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani”.
“Secondo le ultime stime – continua la Coldiretti Lombardia – a livello nazionale il numero di cinghiali ha superato i 2 milioni di esemplari. Non c’è più tempo da perdere, serve un’azione sinergica su più fronti per mettere in campo interventi decisivi e riportare sotto controllo la gestione di questi animali, sia a livello numerico che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette”.
“La delibera approvata oggi – conclude la Coldiretti regionale – prevede anche il potere sostitutivo di Regione nei confronti di quegli Ambiti territoriali e Comprensori alpini di caccia in aree non idonee al cinghiale che non dovessero predisporre nei tempi stabiliti i piani di intervento”.