Lo smart working garantisce ad ogni singolo lavoratore un risparmio annuale tra i 2.845 euro e i 5.115 euro, fa guadagnare 7 giorni all’anno in termini di minore tempo perso per gli spostamenti casa-lavoro, e taglia del 30% le spese vive in capo alle aziende. Lo afferma uno studio del Codacons, che segnala come il caro-bollette stia influendo sulle scelte delle imprese italiane sul fronte del lavoro smart, mentre i listini record della benzina spingono sempre più cittadini a lavorare da casa.
“Se inizialmente era stata la pandemia a rivoluzionare il modo di lavorare introducendo in Italia lo strumento dello smartworking, ora è il caro-bollette a modificare le scelte di un numero crescente di aziende – spiega il Codacons – La necessità di tagliare le spese di luce e gas, sempre più alte e insostenibili, incentiva le imprese a far lavorare da casa i propri dipendenti, politica che a fine anno consente risparmi medi sulle spese vive (affitti, utenze, manutenzione, riscaldamento, telefonia, ecc.) fino al -30% ad azienda e addirittura fino a 10mila euro a dipendente spostato in remoto”.
Per il lavoratore, invece, il risparmio, in base allo studio realizzato dal Codacons, varia tra i 2.845 e i 5.115 euro annui, a seconda che il dipendente si sposti in auto o con i mezzi pubblici e in base alla distanza percorsa da casa al luogo di lavoro. Minori spese dovute al taglio dei consumi alimentari (colazioni, pranzo, caffè) ma soprattutto all’azzeramento della voce ‘benzina’ che incide in modo rilevante sulle uscite quotidiane di un lavoratore e sta spingendo un numero crescente di italiani a lavorare da casa. Non solo: grazie allo smartworking, rileva l’associazione dei consumatori, “un cittadino risparmia in media 74 minuti ogni giorno per gli spostamenti casa-lavoro, l’equivalente di 7 giorni all’anno, con una riduzione di emissioni per circa 1,8 milioni di tonnellate di CO2 all’anno dovute ai minori spostamenti”.