(Adnkronos) – “Il rinvio dei negoziati tra Russia e Ucraina per noi è un segnale di speranza. Mosca ha sentito la forza, la determinazione e l’efficacia del popolo ucraino che oltre al suo Paese protegge gli ideali democratici, la libertà perché noi non vogliamo vivere nell’imperialismo russo e confidiamo nel sostegno dell’Europa occidentale”. A parlare è padre Roman Laba, parroco della Vergine Maria del Perpetuo Soccorso a Brovary, cittadina a 7km da Kiev dove nel bombardamento dello scorso 24 febbraio “hanno perso la vita sette persone, ed altre 17 sono state ferite”.
“Noi non abbiamo tempo per avere paura”, dice con voce squillante Padre Roman che fa parte della Congregazione di San Paolo Primo Eremita. “Siamo tutti in prima linea: Stiamo fortificando ponti e strade con barricate. In parrocchia durante il giorno siamo una trentina, poi in prossimità del coprifuoco alle 20, fino alle 7 del mattino successivo ci ritroviamo in una ottantina di persone, che dormono qui perché abbiamo un bunker. Gli ultimi due tre giorni sono stati tranquilli, i negozi sono aperti, non ci manca nulla, c’è silenzio. Al momento preghiamo per la pace. Ma il silenzio del patriarca di Mosca all’aggressione – conclude padre Roman – non è ne cristiano né evangelico. Lui supporta l’aggressione che rientra nella ideologia del mondo russo”.
(di Roberta Lanzara)