(Adnkronos) –
Un’emergenza umanitaria immane che, senza aiuti concreti dall’Occidente, rischia di sfuggire di mano creando sempre più povertà e disagio. E’ la situazione drammatica che si vive in queste ore in Moldavia, con oltre 115 mila rifugiati ucraini scappati dalla guerra e accolti dal Paese confinante, come racconta in un’intervista ad Adnkronos/Labitalia il presidente del Banco Alimentare locale, Igor Belei. La guerra è a un passo. “Noi la mattina -racconta- ci svegliamo con il rumore delle bome che scoppiano in Ucraina. Non abbiamo bisogno che i rifugiati ce la raccontino. Ci sono le esercitazioni militari in Transnistria, tanti di noi hanno già i documenti e le valige pronte per partire nel caso ci attaccassero….”.
Serve l’aiuto dell’Occidente. “Faccio un appello al popolo e al governo italiano: noi stiamo aiutando il popolo ucraino, li stiamo accogliendo, ma adesso dovete aiutarci voi perchè altrimenti questa diventerà un’emergenza anche per la Moldavia. Noi siamo il Paese più povero d’Europa, già prima della guerra avevamo i nostri poveri da sostenere. Quindi aiutateci sostenendo le iniziative del Banco alimentare italiano”, spiega Belei, raggiunto su Skype mentre è al lavoro a Chisinau.
I numeri e le difficoltà che la Moldavia sta affrontando in queste ore è impressionante. “Attualmente in Moldavia -spiega Belei- abbiamo 115 mila rifugiati ucraini, sui circa 200mila che sono passati nel nostro Paese e che abbiamo assistito dallo scoppio della guerra. Gli altri o si sono spostati in Romania o hanno raggiunto i parenti nel resto d’Europa. I tre quarti dei 115 mila presenti in Moldavia ad oggi sono ospitati nelle nostre case, nessuno dorme in tenda. Noi siamo un paese povero ma ospitale, tanti hanno parenti in Ucraina”.
Le risorse utilizzate per sostenere i rifugiati danno il segno dell’immensità della tragedia causata dalla guerra. “Dallo scoppio della guerra abbiamo movimentato come Banco alimentare 45 tonnellate di cibo, quando in tutta la pandemia non eravamo arrivati a 200. E’ un’emergenza continua: servono pasta, farina, scatolame, olio, beni non deperibili. E poi detersivi, prodotti per l’igiene personale. E poi anche denaro per pagare la benzina, la logistica, gli operatori professionali, oltre ai tantissimi volontari che ci stanno aiutando”, continua.
Nel Paese c’è bisogno di tutto ma soprattutto di cibo per i più piccoli. “Nei prossimi giorni abbiamo calcolato che abbiamo bisogno di un milione di omogeneizzati per bambini e di 79 mila confezioni di latte in polvere”, sottolinea Belei.
Tante le difficoltà che gli operatori del Banco alimentare stanno fronteggiando. “Gli approvvigionamenti sono sempre più difficili e costosi anche a causa del costo del carburante che ha raggiunto costi troppo elevati per noi. E poi con lo scoppio della guerra per noi è venuto a mancare il mercato ucraino da cui proveniva il 40% delle nostre importazioni. E allo stesso tempo sono arrivati i rifugiati. Quindi ci servono subito cibo ma anche aiuti monetari per le spese della logistica”, continua.
“Negli ultimi giorni il flusso dei rifugiati che arrivano nel nostro Paese è calato ma se Odessa verrà attaccata è chiaro che una marea di persone si riverserà da noi”, conclude.