BOZZOLO – “Gli uomini hanno bisogno di pane” don Primo Mazzolari, i cattolici italiani e lo sviluppo delle Cassa rurali, così si intitola il convegno che si terrà in due sessioni, di cui la prima a Bozzolo sabato 17 settembre presso la Sala civica di P.zza Europa. Il secondo incontro sarà a Crema sabato 22 ottobre presso la sala polifunzionale del San Luigi in via Bottesini.
Le relazioni saranno tenute da docenti universitari e storici del territorio che inquadreranno lo sviluppo delle Casse rurali (ora Banche di Credito Cooperativo) all’interno della realtà economica e sociale della prima metà del novecento e si soffermeranno sul pensiero di don Primo Mazzolari in rapporto ai problemi sociali del suo tempo e dei giorni nostri.
Il convegno vuole essere un omaggio alla figura di don Primo Mazzolari, parroco di Bozzolo per 37 anni, una delle figure più significative del cattolicesimo italiano nella prima metà del ‘900 per la quale è in corso il processo di beatificazione. Anticipatore del Concilio Vaticano II si fece paladino di una Chiesa attenta ai poveri, agli ultimi, ai lontani.
Don Mazzolari ebbe un legame particolare con la Cassa rurale ed artigiana di Bozzolo (una delle radici di Banca cremasca e mantovana) di cui fu socio e attento sostenitore. Mazzolari vedeva nella presenza della Cassa rurale l’opportunità di avere uno strumento importante per il sostegno ai “suoi poveri” e a tutta la sua comunità.
Il 25 aprile 1958, festeggiando il 50° anniversario della fondazione della CRA di Bozzolo, Mazzolari diceva: “…Cinquant’anni fa, umilmente, … è sorta questa istituzione, nata, come la libertà, dal cuore della Chiesa… La nostra Cassa rurale ed artigiana è l’istituzione che vi ha salvato dalle tremende contingenze economiche e finanziarie di questi anni… vi ha salvato anche da certi disastri economici, che, come valanghe a un certo momento minacciavano di soffocare quel poco di attività artigiana e campagnola che ci era rimasto… La Cassa rurale non ha fatto la rivoluzione, non ha cambiato le strutture. Bozzolo è rimasta con le sue povere strade, con le sue ancor più povere case ma, però, la miseria l’abbiamo un pochino accantonata: le vostre case sono rimaste le vostre case, anche se povere, i vostri campi non hanno cambiato padrone, perché qualcuno vi ha aiutato, ha fermato la frana, quella della miseria che avrebbe portato la vostra piccola proprietà a far cumulo con la grande proprietà. Non ha cambiato niente, ma ha rinsaldato qualche cosa: vi ha aiutato a volervi bene, ad aiutarvi reciprocamente…”.