Carlo Mosca torna in servizio ma la Procura ricorre in appello

Carlo Mosca torna in servizio ma la Procura ricorre in appello

Aveva chiesto di poter tornare a lavorare nel suo vecchio reparto a Montichiari dove era primario del Pronto Soccorso ma invece Carlo Mosca rientra in servizio, dopo la sospensione, ma al 118 degli Spedali Civili di Brescia. Assolto in primo grado dalla Corte d’Assise di Brescia perché il fatto non sussiste, il dottor Carlo Mosca, che in passato ha lavorato per tre anni anche all’ospedale Carlo Poma di Mantova, torna dunque ad indossare il camice.  La pubblica accusa aveva chiesto per lui una condanna di 24 anni. Era stato indagato e arrestato per omicidio volontario: per la Procura, nel pieno della pandemia (nel marzo del 2020), Mosca avrebbe somministrato farmaci poi risultati letali a due pazienti.
A testimoniare contro di lui, in particolare, gli infermieri Michele Rigo e Massimo Bonettini: il tribunale, a latere della sentenza, nei loro confronti ha ipotizzato il reato di calunnia.
Proprio negli stessi giorni in cui arriva la notizia del rientro in servizio di Mosca, arriva però anche quella della decisione del pm Federica Ceschi a ricorrere in appello.
Secondo quanto riportano i media bresciani “ci sarebbero infatti delle intercettazioni ambientali considerate alla stregua di ammissioni di colpa, da parte di Mosca: nel corpo di uno dei pazienti deceduti, infine, sarebbe stata rilevata la presenza di uno dei farmaci contestati”.
“Se questa anticipazione troverà conferma nei fatti, il dottor Mosca – commentano gli avvocati Michele Bontempi e Elena Frigo, legali del medico –  affronterà codesta ulteriore prova con la stessa serenità, con la quale ha superato il duro e ingiusto patimento degli arresti domiciliari, forte della sua innocenza, resa ancora più evidente dalle conclamate prove false create a suo danno, come riconosciuto dalla stessa sentenza di assoluzione della Corte di assise di Brescia”.
I legali si dicono anche sorpresi che il possibile ricorso in appello sia stato “comunicato alla stampa prima che al diretto interessato”.

 

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