(Adnkronos) – “‘Rafforzare la capacità amministrativa dell’Inps’ è il progetto che mira a sostenere l’Istituto nello sviluppo delle competenze digitali e di un mind-set digitale dei suoi funzionari, in modo da migliorare ulteriormente la qualità dei servizi offerti. La Commissione europea ha assegnato all’Inps l’Ocse come partner per un progetto che mira ad avere un forte impatto sull’utenza”. A dirlo oggi Valeria Bonavolontà, della direzione centrale formazione dell’Inps, in occasione del convegno di presentazione del progetto.
“Il progetto – ha ricordato – è ideato dall’Inps e realizzato dall’Ocse e dalla direzione generale per il Sostegno alle riforme strutturali (DG Reform) della Commissione europea, nel quadro dello Strumento di sostegno tecnico, che supportagli Stati membri dell’Ue a progettare e attuare riforme fornendo competenze tecniche alle autorità nazionali”.
“Si tratta – ha spiegato Giulia Porino, policy officer – direzione generale per il Sostegno alle Riforme Strutturali (dg Reform) della Commissione europea – di una richiesta di aiuto di supporto tecnico che viene inviata, su base annuale, dagli Stati membri alla direzione Riforme strutturali della Commissione europea”.
“L’obiettivo – ha ricordato – è di intervenire su un ampio spettro di aree e fornisce agli Stati membri dell’Ue competenze tecniche su misura per progettare e attuare le riforme. Il sostegno è orientato alla domanda e non richiede il cofinanziamento da parte degli Stati membri. Diversi i settori su cui interviene: la transizione verde (comprese l’azione per il clima, l’economia circolare e la transizione energetica), la transizione digitale, le cure mediche e l’assistenza di lunga durata, le competenze, l’istruzione e la formazione, la governance e la pubblica amministrazione, la competitività, il settore finanziario e l’accesso ai finanziamenti, l’amministrazione fiscale e la gestione delle finanze pubbliche, il mercato del lavoro e la protezione sociale”.
“Parte – ha continuato Giulia Porino – con una richiesta di aiuto che lo Stato membro manda. E’ come un vestito cucito addosso allo Stato membro perché quello che ci interessa non è tanto offrire un supporto tecnico standardizzato, ma che sia eccellente, basato sull’evidenza e che porti effettivamente ad un cambiamento concreto”.
La Commissione esamina le domande ricevute e avvia un dialogo con le autorità nazionali di coordinamento per valutare le esigenze specifiche del paese e le opzioni disponibili per sostenere l’elaborazione e l’attuazione delle riforme. L’assistenza può essere fornita direttamente, avvalendosi delle competenze interne della Commissione, o in collaborazione con altri fornitori di assistenza tecnica: esperti delle amministrazioni nazionali degli Stati membri dell’Ue (Taiex) organizzazioni internazionali, imprese private e società di consulenza e singoli esperti del settore privato.
“E’ stato scelto il progetto Inps – ha chiarito – perché ciò che immediatamente colpisce è la dimensione e il ruolo che ricopre l’Istituto in Italia. Un altro punto per noi molto importante è l’allineamento con le priorità europee come la parte nazionale del Pnrr che tocca proprio la digitalizzazione dell’Inps”.
“Tra i risultati espressi dall’Istituto – ha sottolineato Giulia Porino – c’è quello di essere effettivi cioè di fare qualcosa che sia utile e immediatamente applicabile che produca un risultato concreto per chi vi lavora e per chi lo utilizza. L’altro risultato aspettato è la creazione le migliori pratiche, un modello che possa essere esportato sia a livello nazionale sia internazionale”.
L’economista dell’Ocse, Glenda Quintini, ha ricordato che “si tratta di un bellissimo progetto portato avanti dall’Ocse e dall’Inps. L’obiettivo principale è quello di sostenere l’Inps nel rafforzamento delle competenze digitali dei dipendenti dell’Istituto per migliorare la qualità dei servizi. Questo verrà fatto attraverso tre risultati principali: rafforzare le competenze dei dipendenti Inps, sensibilizzare i cittadini riguardo l’offerta dei servizi digitali e fare dell’Istituto un buon esempio di buone pratiche per altre pubbliche amministrazioni sia in Italia che nei Paesi europei”.
Un cambiamento sentito anche dall’Inps. “La pandemia – ha spiegato Vincenzo Di Nicola, responsabile della struttura tecnica per la trasformazione tecnologica e innovazione digitale del’Inps – ha cambiato l’approccio che il cittadino ha verso la pubblica amministrazione. Una tragedia che però ha aperto nuovi scenari”.
“L’Inps – ha ammesso – durante la pandemia ha avuto incremento di accessi al portale del 60% e nell’ultimo periodo sono sicuramente raddoppiati. in Inps stiamo cambiando l’interfaccia utente per far fruire i servizi subito”.
“Non si tratta – ha ribadito Barbara Ubaldi, dell’Ocse e membro del team che lavora al progetto dell’Inps – di trasferire in un contesto elettronico procedure o servizi concepiti nel tempo dell’analogico. Negli ultimi dieci anni sui governi ci sono state tre pressioni: la trasformazione digitale dell’economia, il Covid, grande richiesta di efficienza da parte del settore pubblico. Quindi abbiamo bisogno di persone che conoscano la tecnologia, l’uso dei dati e che sappiano lavorare con questa mentalità agile”.