Libri: dalla lavanderia alle galassie, la storia di Milena Baroni in ‘Una marcia in più

(Adnkronos) – Dalla lavanderia all’angolo alle galassie infinite. C’è qualcosa di romantico e magico, da frontiera americana del New Deal, nella storia di Milena Baroni, una delle 22 imprenditrici al centro del libro ‘Una marcia in più. Storie italiane di imprenditrici vincenti’, di Manila Alfano, Giorgio Gandola e Stefano Zurlo, ed edito da Wise Society. A cinque anni Milena si arrampicava sul bancone del negozio dei nonni per chiedere “Ha bisogno?” alla sciura Maria, adesso coordina un’équipe vincente di collaboratrici in un ambiente che profuma di perfezione, di tecnologia e di futuro. È amministratore delegato e anima di Mycroclean Italia, “lavaggio, decontaminazione particellare e biodecontaminazione in un unico ciclo”.  

“Molto del merito è dei miei genitori che hanno fondato l’azienda. Avevano una lavanderia industriale e nel 1986 hanno accettato una sfida coraggiosa in un settore praticamente sconosciuto”, spiega Milena, che guida da 19 anni l’astronave con 25 collaboratrici, tutte donne tranne il magazziniere. “Allora una società di semiconduttori molto importante aveva necessità di lavorare in assenza di contaminazione particellare. Al contrario di oggi il punto d’arrivo non era proteggere l’uomo dai batteri esterni, ma i prodotti industriali dagli umani. La prima contaminazione è quella dell’uomo e si concretizza nel rilascio di particelle di polvere, capelli, micropulviscolo”. Oggi Mycroclean (3,5 milioni di fatturato in crescita vertiginosa) è anche leader negli indumenti da Clean Room con cucitura a barriera: camici, mascherine, guanti dai quali non passa un batterio. Prodotti e tecnologie vengono utilizzati da aziende farmaceutiche, gruppi specializzati in semiconduttori, colossi alimentari (per esempio per imbustare cibi sottovuoto).  

Poi c’è il mondo aerospaziale, il fascino dell’infinito. “È un mercato che si sta sviluppando in modo pazzesco. Lassù ci sono sempre più stazioni aerospaziali, satelliti privati come quelli lanciati dai Big Tech americani ed europei. Soddisfiamo le esigenze delle stazioni orbitanti per pezzi di ricambio, approvvigionamento viveri. Ci sono aziende che hanno creato minisatelliti e vettori per far arrivare materiali a queste stazioni: sono i corrieri dello spazio. L’orbita è piena di detriti, anche lì c’è necessità di fare pulizia; vengono costruiti mini-satelliti chiamati spazzini dello spazio. E hanno bisogno di noi”, conclude.  

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