Consolidamento sismico, della Navata e del tetto: terminati i lavori alla chiesa del Gradaro

Parrocchia del Gradaro

MANTOVA – Sono terminati i lavori di consolidamento sismico e del tetto alla chiesa parrocchiale dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria detta Santa Maria del Gradaro. Due importanti interventi di restauro al fine di conservarne l’integrativa architettonica.
Lo stato di conservazione del tetto della chiesa, infatti, è risultato piuttosto degradato, da qui la decisione dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi, unitamente alla parrocchia, che nel 2016 ha realizzato un primo intervento di consolidamento e miglioramento sismico della copertura del presbiterio, al fine di poter intervenire in tempi celeri.
Successivamente si è reso necessario di recente un intervento generale sulla Navata della chiesa parrocchiale.
L’importo di spesa del primo lotto, di circa 140.000 Euro, ha visto un contributo da parte della CEI attraverso i Fondi 8×1000 destinati ai Beni Culturali per 96.812 Euro, e di Fondazione BAM per altri 30.000, che unitamente a Fondi diocesani e della Parrocchia hanno permesso di intervenire, tutelando l’edificio di culto.

“Il tema della tutela e della conservazione preventiva programmata – queste le parole dell’architetto Alessandro Campera, direttore dell’ufficio tecnico della Curia – è sempre un’azione molto apprezzata dalle parrocchie, al fine di poter potenziare l’approccio conservativo e di valorizzazione degli edifici di culto e sostenere sempre più il loro utilizzo pastorale”.

Caratteristiche della chiesa del Gradaro

Il convento del Gradaro rispecchia la classica pianta di origine benedettina: intorno ad un chiostro centrale quadrato si dispongono a ovest la chiesa, a nord la sala capitolare e tutt’intorno i dormitori e le strutture di servizio. La chiesa conventuale è lunga circa 42 m (escluso l’abside rinascimentale) e larga circa 19 m. L’interno è a tre navate asimmetriche. Al termine della navata centrale abbiamo un presbiterio quadrato, affiancato a sinistra dalla cosiddetta «cappella delle suore» e a destra dalla base del campanile. La facciata era in origine a frontone spezzato, come dimostrano le tracce esterne del vecchio spiovente e i resti dei fregi nella contro facciata. L’odierno aspetto a capanna fu assunto solo in un secondo momento, forse nel corso di una ristrutturazione tardo quattrocentesca che innalzò il livello della chiesa. Notevoli il portale proto-gotico (datato al 1295) e il rosone, probabilmente posteriore. La facciata nel suo complesso si inserisce nello schema cistercense e umiliate con oculo centrale e due monofore. Dal punto di vista architettonico la chiesa del Gradaro rientra quindi nella tipologia lombarda, con ambito pittorico degli affreschi medievali del veneto.

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