Depennata la svista da quasi mezzo miliardo di euro, la manovra continua la sua corsa contro il tempo con il via libera dell’Aula di Montecitorio atteso per la tarda mattinata della vigilia di Natale.
La commissione Bilancio, riunita per recepire i rilievi della Ragioneria generale dello Stato e cancellare un emendamento approvato per errore con uno stanziamento da 450 milioni per colmare il rosso dei Comuni, ha concluso la mission dell’ultima ora ha approvato le correzioni. Il testo torna in Aula. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha posto, a nome del governo, la questione di fiducia sulla legge di bilancio in discussione alla Camera. La seduta è stata sospesa. Riprenderà al termine della conferenza dei capigruppo, convocata per stabilire i tempi del voto di fiducia sulla manovra.
Quarantaquattro le correzioni complessive della Rgs, incluso lo stralcio della norma salva-Comuni “per effetti negativi sui saldi” non avendo coperture. La Rgs tra le varie indicazioni ha poi bocciato eventuali compensi e simili per i membri del tavolo permanente sui Pos, ha poi chiesto di prevedere dei paletti per i voucher ai lavoratori delle discoteche. Si chiede inoltre la revisione dell’emendamento sulla proroga al 31 marzo dello smartworking dei fragili perché comporta oneri di sostituzione del personale scolastico interessato da compensare.
Richiesto poi un decreto ministeriale per consentire ai Comuni a forte vocazione turistica di alzare la tassa di soggiorno fino a 10 euro a notte; a limitare al solo 2023 il contratto per Radio Radicale e rivedere le modalità di finanziamento del bonus giovani per quest’anno.
“Alla luce delle critiche emerse, ritengo opportuno sottolineare che le note elaborate dalla Ragioneria di Stato nel percorso di approvazione della legge di bilancio rientrano nella normalità delle operazioni svolte dai tecnici del Mef. Queste osservazioni tecniche sono pervenute anche lo scorso anno ed in misura nettamente superiore”, minimizza in una nota il sottosegretario all’Economia e Finanze Lucia Albano.
“Inoltre, mi preme ricordare – sottolinea Albano – che negli ultimi due anni la manovra si è chiusa il 30 dicembre e l’esecutivo in carica non si era formato durante l’autunno, come accaduto al governo Meloni. Insieme ai tecnici del Mef, che ringrazio per il puntuale e sempre professionale apporto, Parlamento e governo sono al lavoro per gli ultimi aggiustamenti alla manovra in Commissione Bilancio alla Camera, prima dell’apposizione del voto di fiducia”.
Prassi o meno per il via libera è in corso ad ogni modo una corsa contro il tempo: dopo il ‘sì’ alla Camera il 24 il provvedimento passerà al Senato tra il 27 e il 30, si auspica, per l’approvazione finale. Si farà di tutto per evitare che il voto slitti al 31, perché basterebbe un imprevisto qualunque (già peraltro sperimentato alla Camera con la norma salva-Comuni) per vacillare pericolosamente sulla linea rossa dell’esercizio provvisorio.