(Adnkronos) – Iniziata la prima chiama alla Camera per il voto di fiducia, posto sulla manovra dal governo Meloni. Il voto finale sul provvedimento è previsto per le 6 del mattino del 24 dicembre.
LUCASELLI – “Siamo orgogliosi di questa legge di Bilancio che rappresenta noi e gli italiani. Ha seminato e quello che è stato seminato verrà raccolto nei prossimi cinque anni” ha affermato Ylenia Lucaselli, di Fratelli d’Italia, nella dichiarazione di voto alla Camera sulla fiducia alla legge di Bilancio.
“Il tema centrale di questa manovra -ha aggiunto- è la crescita, l’Italia, avere più Italia in Europa, più Italia nel mondo. Vogliamo l’Italia a testa alta e più libera. Dover ammettere di aver lasciato l’Italia sul baratro – ha poi proseguito l’esponente di FdI rivolgendosi all’opposizione – è difficile. È facile parlare di condoni e accusare la maggioranza di qualcosa che non ha fatto. Il Governo Conte ha fatto un condono retroattivo che qualcuno ha dimenticato. Nel 2014, lo dico ai colleghi del Pd, c’è stata la voluntary disclosure , che ha regolarizzato i reati tributari, il riciclaggio e l’antiriciclaggio. Questa legge di Bilancio ha la forza di iniziare un percorso sul fisco chiaro, corretto, convincente, che finalmente modificherà il rapporto tra gli italiani e il fisco stesso”.
“Alcuni Governi precedenti, quello Conte, ponevano la fiducia ogni tredici giorni, noi abbiamo fatto una manovra in trenta giorni. L’anno scorso, nella notte a cavallo tra il 23 e il 24, si discuteva al Senato la legge di Bilancio del Governo dei migliori che interrompeva i lavori d’Aula all’una e 42 per poi riprenderli a più riprese alle 3, poi alle 4, poi alle 5, addirittura nello stesso giorno furono poste due questioni di fiducia. Potevamo fare di meglio? Forse sì. Avremmo potuto fare di più? No – ha concluso Lucaselli – non in questo momento in cui avevamo delle priorità chiare e la necessità, e di questo ringraziamo il ministro Giorgetti, di mettere in sicurezza i conti dell’Italia”.
PELLA – “Esprimo soddisfazione piena, anche in qualità di Relatore di questa Manovra, per aver raggiunto il traguardo essenziale del rispetto dei tempi e dell’approdo in Aula della Legge di Bilancio per il 2023” dichiara Roberto Pella, capogruppo commissione Bilancio per Forza Italia. “Si è trattato di una corsa contro il tempo che sicuramente rispecchia l’andamento dei lavori anche degli anni precedenti ma con un aggravio ulteriore dovuto all’entrata in forza del Governo meno di due mesi fa e a tempi di scrittura molto compressi. La Commissione Bilancio della Camera ha lavorato con massima serietà e impegno e con un senso di responsabilità che ha caratterizzato tutti i Deputati, anche quelli appartenenti alle forze di opposizione, grazie anche allo spirito dialogante da me promosso e che da sempre contraddistingue Forza Italia”.
“La prima manovra del centrodestra di governo ha dato subito prova di saper interpretare e dare corpo al proprio mandato per il Paese, tenuto conto che oltre la metà delle risorse, quasi 22 miliardi, sono state stanziate per contrastare il caro energia e il caro materiali aiutando famiglie e imprese, da sempre al centro delle politiche di Silvio Berlusconi. I segnali della direzione che vogliamo intraprendere in questa Legislatura sono stati lanciati anche grazie a misure più contenute o non onerose di cui siamo orgogliosi e che -conclude- siamo certi contribuiranno allo sviluppo e al rilancio dell’Italia”.
SERRACCHIANI – “La legge, uscita dal Cdm, è iniqua e inadeguata ad affrontare le difficoltà del Paese, così com’è giunta in Aula dà a chi ha di più e toglie a chi ha meno, non investe sul futuro anzi. L’Italia aveva bisogno non solo di ben altro, ma di tutt’altro: più coraggio, energia, visione, capacità di ascolto ma soprattutto più giustizia. Una manovra profondamente ingiusta” che attraverso “una decina di condoni: si chiama far cassa sui più poveri”. Così Debora Serracchiani, capogruppo del Pd alla Camera, nel suo intervento in Aula durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia alla Manovra. “La destra di governo – aggiunge – considera la povertà una colpa, e questa è la manovra di bilancio politica che rappresenta la carta d’identità della destra di governo”.
CATTANEO – “Questa prova il centrodestra l’ha superata e daremo al Paese una Finanziaria che guarda alla crescita e alla protezione delle categorie fragili. Abbiamo dimostrato, solidità, credibilità e coerenza” ha detto Alessandro Cattaneo, capogruppo di Forza Italia alla Camera, nella dichiarazione di voto sulla fiducia sulla legge di Bilancio.
“Siamo l’Italia che lavora e produce, di buon senso e buona volontà, quella della famiglia e dell’impresa”, ha aggiunto riferendosi al ruolo del suo partito. “Manteniamo le promesse con cui ci siamo presentati davanti agli italiani”, ha poi sottolineato a proposito dell’aumento delle pensioni minime e del “cuneo fiscale totale per gli under 35. Abbiamo ancora molto da fare, nel metodo potevamo fare di più, ma abbiamo fatto meglio di chi ci ha preceduto”.
CONTE – “Imbarazzante improvvisazione di questa maggioranza in una manovra scritta più volta per interi pezzi, il risultato è una manovra che è un coacervo e caotico inventario di misure sbagliate, errori macroscopici, retromarce fatte sulla pelle di famiglie e aziende in difficoltà” ha detto il leader del M5S, Giuseppe Conte, nel suo intervento in Aula durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia alla Manovra, in cui ha accusato il governo di “andare in Ue con il cappello in mano”. “Certo, qualche applauso vi è arrivato dai falchi europei dell’austerità. Il vostro slogan non doveva essere ‘siamo pronti’, ma siamo proni”.
“Nella manovra smantellate il reddito di cittadinanza che è un cuscinetto di protezione contro la disperazione di molte famiglie” e i cui “percettori per voi sono solo dei numeri che vi hanno consentito di recuperare 900 milioni, la stessa cifra che avete voluto per spalmare i debiti delle società di calcio di serie A che hanno inquinato il calcio con indebite plusvalenze e speculazioni”. “Con l’ultimo attacco sferrrato al concetto di congruità del lavoro – continua Conte – avete dimostrato di non comprendere che dietro quel concetto c’è la dignità del lavoro” e “state creando le premesse di un grave disastro sociale e soprattutto state compromettendo la coesione sociale che è il tessuto connettivo della nostra comunità. Lo smantellamento del reddito di cittadinanza unito a buste paga da fame e alla liberalizzazione del lavoro precario, significano una visione distorta del mercato del lavoro che riassumo in un concetto: schiavismo 2.0”.
“Il vostro è un disegno di giustizia a doppio binario: quella carezzevole per potenti e coletti bianchi, e quella inflessibile per la gente comune” attacca Conte. “Niente di nuovo: fisco fai da te, condoni fiscali, misure compiacenti per evasori, corruttori, speculatori. Vigileremo con la massima fermezza per impedirvi di realizzare questo disegno e vi inchioderemo alla questione morale, quanto mai attuale perché le istituzioni europee stanno sanguinando. Dobbiamo perseguire giustizia ed equità, non bustoni di contanti per pochi privilegiati. Per tutto questo anticipo il voto contrario del M5S”.
MOLINARI – “Siamo estremamente contenti come Lega che nella legge di Bilancio si fissino dei paletti e dei tempi per la realizzazione del federalismo fiscale e dell’autonomia differenziata. Il fatto di inserire nella legge di Bilancio che si avrà un anno di tempo per stabilire quali sono i Lep e i conseguenti costi standard ci pone un termine certo” ha affermato il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, nella dichiarazione di voto sulla fiducia sulla legge di Bilancio.
“Non vorrei che il Lep -ha aggiunto- fosse soltanto un bastone che negli anni è stato infilato tra le ruote della carro, o meglio del Carroccio, che stava andando spedito in una direzione. Finché c’è la Lega al Governo c’è la garanzia che sul percorso dell’autonomia differenziata si vada avanti, perché la Lega è nata per questo e siamo stati eletti per quest. E quindi il nostro voto di fiducia sarà convinto della convinzione che questo percorso venga portato a termine in tempi brevi come si aspetta dalla nascita di questo Paese”.
MARATTIN – “Un livello di incapacità e approssimazione mai visto nella storia”. Lo ha detto Luigi Marattin, di Azione-Italia viva, in aula alla Camera sulla manovra, spiegando: “Abbiamo assistito a numerose scene in commissione in cui ministri, sottosegretari, capigruppo, questori hanno risposto insultando, dileggiando e a volte cercando la rissa. Vi abbiamo sempre difeso dalle accuse sulla cultura politica da cui provenite, non fatecene mai pentire”.
Per Marattin, “si è ammalata la politica italiana, è diventata lotta senza quartiere e dignità per conquistare il consenso e poi arrivare al governo e non avere la minima idea di cosa fare con quel consenso -ha spiegato Marattin-. La politica è una via di mezzo tra una pubblicità ingannevole e uno scadente reality show. Vi siete abituati a fare opposizione e l’avete dimostrato tragicamente, ma i problemi di una comunità non si risolvono con gli slogan, alzando bandiere e proclami ma con lo studio e l’approfondimento”.