ROMA (ITALPRESS) – “Attualmente sul terreno la situazione vede una tregua fragile. Le due parti mantengono le posizioni, ma allo stesso tempo abbiamo delle violazioni. Alcune sono drammatiche, come il bombardamento di una scuola e la morte di 4 bambini, altre che non hanno prodotto effetti”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nel corso di un’audizione nelle Commissioni III e IV del Senato a proposito della crisi libica.
“I centri di detenzione libici vanno chiusi, ma bisogna anche investire sui rimpatri volontari e creare dei centri di accoglienza lì sotto l’egida delle Nazioni Uniti”, ha sottolineato il ministro.
“Oggi sono 700mila i migranti provenienti da altri stati africani in Libia, circa 3mila sono nei centri di detenzione – ha aggiunto -. Questi, non tutti sono intenzionati a venire in Europa”.
“La stabilizzazione della Libia è un nostro interesse nazionale: per la minaccia terroristica, per il problema migratorio e per la questione energetica”, ha detto ancora Di Maio, per il quale “l’Europa deve mettere in campo una vera missione che faccia rispettare l’embargo delle armi, via mare, via aerea e via terra. Noi abbiamo detto ai nostri partner europei che qualsiasi mare si mette in mare per monitorare l’embargo, se chiamata a salvare dei migranti in mare, questi non possono essere solo a carico dell’Italia. Serve una rotazione dei porti e una ridistribuzione e lo stiamo facendo ben presente”. “Non basta una missione navale o la riproposizione della missione Sophia – ha aggiunto -, serve un serio monitoraggio aereo e dei sistemi di controllo a terra per non far entrare armi in Libia”.
(ITALPRESS).
“I centri di detenzione libici vanno chiusi, ma bisogna anche investire sui rimpatri volontari e creare dei centri di accoglienza lì sotto l’egida delle Nazioni Uniti”, ha sottolineato il ministro.
“Oggi sono 700mila i migranti provenienti da altri stati africani in Libia, circa 3mila sono nei centri di detenzione – ha aggiunto -. Questi, non tutti sono intenzionati a venire in Europa”.
“La stabilizzazione della Libia è un nostro interesse nazionale: per la minaccia terroristica, per il problema migratorio e per la questione energetica”, ha detto ancora Di Maio, per il quale “l’Europa deve mettere in campo una vera missione che faccia rispettare l’embargo delle armi, via mare, via aerea e via terra. Noi abbiamo detto ai nostri partner europei che qualsiasi mare si mette in mare per monitorare l’embargo, se chiamata a salvare dei migranti in mare, questi non possono essere solo a carico dell’Italia. Serve una rotazione dei porti e una ridistribuzione e lo stiamo facendo ben presente”. “Non basta una missione navale o la riproposizione della missione Sophia – ha aggiunto -, serve un serio monitoraggio aereo e dei sistemi di controllo a terra per non far entrare armi in Libia”.
(ITALPRESS).