Coldiretti e il futuro della suinicoltura. Venerdì a Marmirolo convegno col presidente Prandini

MARMIROLO – La suinicoltura italiana si interroga sul proprio futuro e lo fa da Mantova, la seconda provincia in Italia per numero di maiali allevati. L’incontro, organizzato da Coldiretti Mantova, sarà venerdì 20 gennaio alle ore 16 a Corte Peron (Strada Roverbella Bancole 60, Marmirolo) e si pone l’obiettivo di tracciare prospettive e obiettivi solidi, per costruire una filiera in grado di garantire qualità, valorizzare le produzioni Dop della salumeria Made in Italy e valorizzare tutti i tagli dell’animale.

Interverranno, in particolare, Thomas Ronconi (presidente di Anas, l’Associazione nazionale allevatori di suini), con un aggiornamento relativo alle deroghe sulle genetiche degli animali e la proroga del sistema del calcolo dei pesi alla macellazione; Antonio Caleffi (libero professionista) esporrà la legislatura italiana ed europea relativa alla peste suina africana, una patologia che ha colpito lo scorso anno anche l’Italia, ma che in base ai dati sembra essere in recessione a livello mondiale; Valerio Pozzi (direttore di Opas) affronterà le prospettive per il 2023 e la possibile evoluzione dei mercati; Loris Alborali (dirigente dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della  Lombardia e dell’Emilia-Romagna) toccherà gli aspetti legati alla biosicurezza negli allevamenti al benessere animale e al sistema Classyfarm.

Le conclusioni saranno affidate al presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, per una panoramica sull’evoluzione del sistema allevatoriale dallo scoppio della pandemia fino allo scenario attuale legato alle dinamiche internazionali (guerra in Ucraina, mercati mondiali delle materie prime) e alle conseguenze sulla suinicoltura e sulle filiere delle carni, minacciate dalle carni in laboratorio e da politiche europee non sempre lungimiranti.

I numeri. A livello mondiale nel 2022 il numero dei focolai di peste suina africana nel mondo è diminuito (-25,57% secondo le elaborazioni Clal su dati della World Organisation for Animal Health), con una restrizione delle aree colpite (-21,40%) e un crollo dei casi di infezione (-82,77%); numeri che fanno ben sperare, ma che impongono di non abbassare la guardia e di mantenere la massima allerta in tema di biosicurezza.

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