Palermo, sabato il ‘Corteo della Memoria’

(Adnkronos) – In preparazione della seconda “Settimana della legalità” per i bambini degli oratori delle Alte Madonie, che il prossimo mese di maggio porterà a Petralia Sottana una reliquia del beato Padre Pino Puglisi, sotto l’egida della Diocesi di Cefalù e su iniziativa della parrocchia di Petralia Sottana in collaborazione con le parrocchie di Sclafani Bagni e Bompietro-Locati e i Comuni di Petralia Sottana, Sclafani Bagni e Bompietro e la Fondazione Progetto Legalità, sabato prossimo, 21 gennaio, alle ore 10, a Palermo, oltre 250 bambini e loro familiari degli oratori della Parrocchia “Maria Ss. Assunta” di Petralia Sottana, della parrocchia “Maria Ss. Assunta” di Sclafani Bagni e delle parrocchie “Ss. Apostoli Pietro e Paolo” e “Sacra Famiglia” di Bompietro e Locati e i ragazzi della Comunità alloggio “Fondazione Regina Elena” di Cefalù si raduneranno davanti alla parrocchia “Maria Ss. di Monserrato” a piazza Croci a Palermo e, guidati dai rispettivi sindaci e parroci, daranno vita al “Corteo della memoria” che sfilerà fino all’Aula bunker che lo scorso 12 novembre è stata intestata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. 

Qui, dalle ore 10,30, i bambini e le loro famiglie – dopo i saluti del prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta; del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla; del sindaco di Petralia Sottana, Pietro Polito; del sindaco di Sclafani Bagni, Giuseppe Sollazzo; del sindaco di Bompietro, Pier Calogero D’Anna; del Vicario generale della Diocesi di Cefalù, don Giuseppe Licciardi; del parroco di Petralia Sottana, don Giuseppe Murè; del parroco di Bompietro, p. Rosario Giardina – si confronteranno con il presidente della Fondazione Progetto Legalità, Leonardo Agueci; il presidente della Prima sezione della Corte d’Assise di Palermo, Vincenzo Terranova, nipote del giudice Cesare Terranova; l’autista di Rocco Chinnici e di Giovanni Falcone, Giovanni Paparcuri; il Pm al maxiprocesso di Palermo del 1987 a Cosa nostra, Giuseppe Maria Ayala. Modererà Elvira Terranova, giornalista dell’Adnkronos. 

Seguiranno l’esibizione della Corale polifonica “San Sebastiano” della Polizia municipale di Palermo diretta dalla maestra Ina Sandovalli e un momento celebrativo a cura dei bambini degli oratori, che indosseranno le casacche realizzate appositamente grazie al contributo del presidente della Bcc delle Madonie, Leonardo Gennaro. Conclusione con il pranzo alla mensa universitaria offerto dal rettore di Palermo, Massimo Midiri, e dall’Ersu e dalla Cot. Quindi visita alla tomba di Biagio Conte con l’assistenza del personale della Croce Rossa. 

Prosegue, dunque, l’impegno per diffondere fra i giovani i valori della legalità, portato avanti dagli oratori parrocchiali delle Alte Madonie, su iniziativa della parrocchia “Maria Ss. Assunta” di Petralia Sottana guidata dal parroco don Giuseppe Murè, con il coordinamento del vicario parrocchiale p. Giuseppe Garofalo, componente del Forum degli oratori della Diocesi di Cefalù con delega per le Alte Madonie, e in collaborazione con le parrocchie di Sclafani Bagni e Bompietro-Locati, i Comuni di Petralia Sottana, Sclafani Bagni e Bompietro e la Fondazione Progetto Legalità. L’iniziativa segue la prima “Settimana della legalità”, che lo scorso anno ha visto a Petralia Sottana l’esposizione dei resti della “Quarto Savona 15”, la Fiat Croma blindata su cui viaggiava la scorta di Giovanni Falcone, e la testimonianza di Tina Montinaro, vedova dell’agente Antonio Montinaro. 

“Questa iniziativa – spiega Leonardo Agueci, presidente della Fondazione Progetto Legalità – che cade sul finire delle celebrazioni del trentennale delle stragi di Capaci e di via d’Amelio e coincide causalmente con l’arresto di Matteo Messina Denaro, vuole fare sì che la memoria non sia solo un riferimento storico a fatti che i giovani non hanno vissuto direttamente e nei quali, quindi, potrebbero non riconoscersi appieno, ma che sia, semmai, lo strumento attraverso il quale trasmettere ai giovani i valori della legalità da vivere tutti i giorni. Quindi non solo come racconto fine a se stesso, ma anche come ragione di impegno quotidiano da esprimere con fatti concreti. E’ per questo che i nostri eroi antimafia hanno lottato e sono morti”. 

(Adnkronos)